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Introduzione
Quando ci si trova a leggere una busta paga o ci viene spiegata da un consulente del lavoro, spesso ci si trova di fronte alla parola “imponibile”. L’imponibile in busta paga altro non è che la somma su cui vengono applicate determinate aliquote per pagare le tasse o i contributi.
Quando parliamo di imponibile in busta paga possiamo riferirci a quello previdenziale o a quello fiscale. L’imponibile previdenziale è quello a cui ci riferiamo quando parliamo della somma a cui applicare la percentuale di aliquota INPS. L’imponibile fiscale è invece quello a cui facciamo riferimento quando parliamo della somma a cui applicare la percentuale di aliquota IRPEF.
Leggi anche il nostro articolo su: Bonus IRPEF
Cos’è l’imponibile in busta paga
In ogni rapporto di lavoro su una busta paga, sia il dipendente che il datore di lavoro sono tenuti a pagare delle imposte. Le imposte da pagare riguardano la parte fiscale e la parte dei contributi riguardanti la previdenza. Il loro pagamento non è facoltativo ma obbligatorio e l’ammontare delle imposte è suddiviso in maniera prestabilita tra le parti.
Una parte dei contributi previdenziali, infatti, è versata dal dipendente mentre un’altra parte dei contributi è pagata dal datore di lavoro. Quando si parla di contributi destinati alla previdenza si intende quella somma che deve essere pagata all’INPS. Quando si parla invece di imposte fiscali ci si riferisce a quella somma pagata a titolo di IRPEF.
I contributi versati all’INPS servono per coprire la pensione: pensione che può essere dovuta per i vecchiaia o per inabilità a lavoro o ai propri familiari in caso di morte.
Le somme versate a titolo di IRPEF invece riguardano la parte fiscale. Quindi le tasse che il dipendente paga sul proprio stipendio.
Imponibile previdenziale in busta paga
Abbiamo anticipato che obbligatoriamente sulla busta paga ci sono delle trattenute, tra cui quelle dovute all’INPS. Queste trattenute sono divise in modo prestabilito tra datore di lavoro e dipendente: con le loro quote di pagamento, congiuntamente versano all’INPS il 33% dello stipendio lordo del dipendente. Queste somme versate all’INPS prendono il nome di contributi sociali o previdenziali.
Per determinare queste somme e quindi avere il nostro imponibile previdenziale basterà prendere la retribuzione lorda e applicare le aliquote dovute. Per conoscere la retribuzione lorda ovvero la cifra sui cui verranno applicate le aliquote INPS basta guardare nella parte superiore della busta paga. Nella parte superiore, infatti, sono elencate tutte le somme previste dal contratto collettivo nazionale e che compongono la paga base.
A queste vanno aggiunte le somme non costanti della retribuzione percepite dal lavoratore.
Rimangono escluse le somme date dal TFR, dall’INPS o di risarcimento.
Una volta calcolata la retribuzione lorda questa va arrotondata per difetto o per eccesso nel caso in cui si tratti di una cifra decimale. Otterremo così il nostro imponibile previdenziale a cui applicare la percentuale del 9,19%, la parte che dovrà pagare il dipendente.
Questa percentuale può arrivare al 9,49% nel caso si tratti di un’industria con più di 15 dipendenti. La percentuale aggiuntiva rispetto alla prima copre infatti le spese per la cassa integrazione. La legge prevede però un minimale contributivo sotto il quale non si può scendere.
Quindi bisognerà ogni volta controllare che la nostra retribuzione lorda non sia inferiore a questo minimale: nel caso sia inferiore la somma da prendere in considerazione per l’applicazione delle aliquote INPS sarà quella prevista dalla legge, ovvero il minimale contributivo. Il discorso del minimale non è valido in caso di retribuzione bassa dovuta alla cassa integrazione o altre prestazioni previdenziali.
Imponibile fiscale in busta paga
Oltre all’imponibile previdenziale in busta paga troviamo anche l’imponibile fiscale: la somma su cui verranno applicate le aliquote IRPEF, la tassa che il dipendente paga obbligatoriamente sul proprio reddito. Queste somme pagate dal dipendente a titolo di IRPEF sono trattenute in busta paga dal datore di lavoro che agisce quindi da sostituto d’imposta.
Sarà quindi il datore di lavoro a versare successivamente le tasse IRPEF per conto del datore di lavoro tramite modello F24. Per calcolare l’imponibile fiscale dobbiamo partire dalla retribuzione lorda a cui dobbiamo sottrarre i contributi versati all’INPS. Importante specificare che bisogna partire dalla retribuzione lorda non arrotondata, a differenza di quanto fatto per l’imponibile previdenziale. Una volta sottratti i contributi dalla retribuzione lorda otterremo la somma su cui calcolare l’IRPEF, l’imponibile previdenziale.
IRPEF lorda e IRPEF netta
La parola “imponibile” ci indica che questo è l’importo su cui vengono applicate le aliquote IRPEF. Queste aliquote sono progressive, cioè aumentano all’aumentare del reddito. Una volta trovato l’imponibile fiscale e applicate le aliquote per scaglioni di reddito, otteniamo l’IRPEF lorda. Dall’IRPEF lorda dobbiamo sottrarre le detrazioni d’imposta, che altro non sono che sconti fiscali stabiliti dalla legge. Tra le principali detrazioni possiamo citare quelle per lavoro dipendente o per familiari a carico.
Per stabilire le detrazioni esistono delle tabelle aggiornate ogni anno dalla legge. All’IRPEF lorda si aggungono in seguito le addizionali comunali e regionali, anche queste obbligatorie. Le addizionali comunali e regionali sono soggette a variazione in relazione alla residenza del dipendente. Una volta sottratte le detrazioni dall’IRPEF lorda e aggiunte le addizionali comunali e regionali, si ottiene l’IRPEF netta. Questa somma sarà in definitiva quella che dovrà pagare il dipendente, versata dal datore di lavoro tramite f24 in qualità di sostituto d’imposta.
Il datore di lavoro infatti trattiene la somma dovuta a titolo di IRPEF e la versa all’ente entro il giorno sedici del mese successivo, tramite f24. Per capire cos’è e come funzione l’IRPEF, consigliamo di leggere il nostro articolo fatto riguardo questa imposta.
Conclusioni
Le tasse pagate in Italia in ogni rapporto lavorativo da dipendente e datore di lavoro, sono tra le più alte rispetto ai paese europei. Sapere di cosa si tratta quando si parla di imponibile previdenziale e fiscale permette di sapere come sono calcolate le tasse che paghiamo.
È una cosa quindi, che dovrebbero conoscere tutti dal datore di lavoro al dipendente perché riguarda chiunque abbia in essere un rapporto di lavoro.
Conoscere l’imponibile in busta paga è fondamentale per capire come si legge una busta paga, tema su cui consigliamo il nostro articolo a riguardo.