TFR in Busta Paga – Che Cos’è il Trattamento di Fine Rapporto?

Introduzione

Il TFR è un argomento complesso e spesso il dipendente sa poco su come funzioni e non sa come verificare il TFR in busta paga. Il significato della sigla sta per “trattamento di fine rapporto” e il dipendente ne matura una quota ogni mese lavorato. È una somma differita, ciò vuol dire che è erogata al termine del rapporto di lavoro.

Il TFR è quindi una sorta di “paracadute” per il lavoratore che gli consente di affrontare una interruzione del rapporto di lavoro. La somma maturata mensilmente e il totale del TFR maturato può essere controllato su ogni busta paga del dipendente.

Che cos’è il TFR in busta paga?

Il TFR è il trattamento di fine rapporto di un dipendente, previsto per la prima volta all’inizio degli anni Ottanta. Prima della sua introduzione era prevista sempre una somma alla fine del rapporto di lavoro chiamata indennità di anzianità. L’indennità a causa della dubbia regolamentazione aveva provocato delle incertezze, venne così sostituita dal TFR nel 1982.

Il TFR spetta ad ogni lavoratore dipendente, nel momento in cui cessa il rapporto di lavoro in essere con l’azienda. Data la sua erogazione alla fine del rapporto lavorativo si parla di retribuzione differita. Si calcola partendo dalla retribuzione complessiva in un anno, dividendo la somma per 13,5. Dal secondo anno in poi alla somma si aggiunge la rivalutazione di quanto accantonato ogni mese dal dipendente. Quindi oltre ad essere una somma differita il TFR si accantona e matura in maniera progressiva per tutta la durata del contratto lavorativo.

Al momento dell’inizio del rapporto di lavoro il lavoratore può scegliere la destinazione del proprio TFR, le opzioni infatti sono due: il dipendente può lasciarlo in azienda e riceverlo a fine rapporto lavorativo o destinarlo ad un fondo di previdenza complementare.

A chi spetta il TFR in busta paga

Il TFR spetta ad ogni lavoratore indistintamente dal tipo di contratto, sono compresi anche i lavoratori part-time e i tempi determinati. Spetta per tutte le categorie di lavoratori, non c’è alcuna differenza, inoltre, per i motivi di cessazione del rapporto lavorativo.

Anche in caso di morte, il TFR maturato dal lavoratore non andrà perduto ma ne beneficeranno la moglie, i figli o in alternativa i parenti. Il TFR è previsto alla fine del rapporto lavorativo ma ci sono alcuni casi in cui è possibile chiedere un anticipo durante il rapporto lavorativo. L’anticipo della erogazione del trattamento di fine rapporto è concesso una sola volta e non può eccedere il 70% della somma maturata. Condizione fondamentale è che il dipendente sia impiegato presso l’azienda a cui lo richiede da almeno otto anni.

L’anticipo del TFR è previsto solo per specifici casi: per trattamenti sanitari, acquisto di prima abitazione per chi lo richiede o per i suoi figli. Anche per i congedi può essere richiesto l’anticipo del TFR, esclusivamente per quello parentale o di formazione.

Come si calcola il TFR in busta paga

La formula base per calcolare il TFR mensile non è particolarmente complessa, bisogna prendere la retribuzione utile al calcolo del TFR e dividerla per 13,5. La retribuzione utile per il calcolo TFR è la somma di tutte le voci retributive mensili che troviamo nella parte centrale della busta paga.

Elemento fondamentale per far si che queste voci rientrino nella retribuzione utile per il TFR è che siano date continuativamente. Quindi sono da escludere per il nostro calcolo le somme ricevute dal dipendente, date dal datore di lavoro occasionalmente. Per fare degli esempi, la retribuzione mensile è utile al calcolo del TFR, come i premi ricorrenti o un benefit mensile.

Queste voci appunto devono essere sommate e la somma ottenuta deve essere divisa per 13,5, il nostro divisore che rimane sempre uguale. Invece straordinari, rimborsi vari o altre voci date occasionalmente non rientrano nella retribuzione utile per il calcolo TFR. L’unica eccezione tra le voci continuative che non sono utili al calcolo del TFR sono i buoni pasto, perché la legge ha previsto così. Una volta trovata la somma utile per il TFR e che avremo effettuato la divisione per 13,5 otterremo il TFR maturato nel mese.

Questa somma possiamo controllarla in busta paga nella sezione apposita. La sezione indicativa del TFR maturato nel mese e quello complessivo è la parte inferiore della busta paga.

Leggi anche il nostro articolo: Quanto costa un dipendente?

Cosa prevede la tassazione del TFR

Anche il TFR è soggetto a tassazione anche se differente rispetto alle altre somme sui cui paga le tasse il lavoratore. Intanto sulla somma avuta a titolo di TFR non viene pagata l’aliquota INPS, quindi, è sottoposta soltanto a tassazione fiscale. La tassazione a cui è sottoposto il TFR viene detta tassazione separata. L’aliquota che viene applicata si chiama “aliquota media”.

Questo tipo di tassazione differente serve proprio per tutelare la sua funzione, quella di “salvagente” per il lavoratore alla fine del rapporto lavorativo.

Si può chiedere il TFR in busta paga ogni mese?

Spesso il lavoratore o il datore di lavoro per vari motivi pone questa richiesta al consulente del lavoro o al professionista incaricato. La risposta è che è altamente sconsigliabile farlo per più di un motivo. A seguito di un controllo da parte dell’ispettorato nazionale del lavoro quella somma data a titolo di TFR mensilmente può essere contestata. I motivi della contestazione è che la richiesta dell’anticipo del TFR può essere fatta un’unica volta come abbiamo anticipato sopra e solo per determinati motivi.

Ulteriore motivo è che erogando il TFR mensilmente perderebbe la sua funzione di “salvagente per il lavoratore alla fine del rapporto lavorativo. Infatti, la sua funzione è quella di consentire al lavoratore di andare avanti fino a che non riesca a trovare una nuova opportunità lavorativa.

Nel caso in cui venga contestata si finirebbe per dover pagare i contributi INPS sulle somme mensili di TFR da cui prima era escluso. Infine, il datore alla fine del rapporto lavorativo si troverebbe a dover Pagare il TFR per intero, non vedendosi riconosciute le somme date mensilmente.

Conclusioni

L’introduzione del TFR è fondamentale per gestire l’incertezza delle somme date ai dipendenti a fine rapporto lavorativo. La sua funzione è fondamentale perché consente al lavoratore di non trovarsi in situazione economica disastrosa dopo la fine di un rapporto lavorativo.

Nonostante il suo calcolo non sia molto difficile è sempre consigliabile rivolgersi ad un professionista specializzato per chiarire ogni dubbio. La sezione da controllare in busta paga per controllare il proprio TFR è la sezione inferiore, nel riquadro apposito del TFR.