Bonus Irpef – Ex Bonus Renzi – Disciplina e Proroga 2023

Introduzione

Sperimentato nel 2021 come strumento di aiuto al reddito dei dipendenti, il bonus Irpef (Ex bonus Renzi) è stato prorogato anche al 2023. Con la nuova legge di bilancio, infatti, tra le varie misure introdotte (Es. Bonus benzina, Bonus psicologo, ecc.) è stato riconfermato il bonus irpef per l’anno in corso. Ne potranno usufruire i lavoratori dipendenti, direttamente in busta paga, a patto che siano rispettati alcuni requisiti.

Che cos’è il bonus iperf?

Il bonus irpef fa parte di una serie di misure chiamate “decreto cura Italia” ed è stato introdotto a metà anno del 2020. Nel corso degli anni ha assunto diversi nomi: Bonus Renzi, bonus 100 euro e adesso viene indicato col nome di Bonus irpef. È una misura volta a sostenere il reddito dei dipendenti con un contributo che il lavoratore vede accreditato direttamente in busta paga.

La cifra massima che il dipendente vedrà erogata è di 1200 euro annui, che potrà controllare mensilmente sulla busta paga sotto la voce “trattamento integrativo”. I requisiti essenziali per usufruire del bonus sono: percepire redditi da lavoro dipendente e non superare i 28.000 euro di reddito all’anno.

Questo limite reddituale all’inizio era molto più alto, abbassato negli ultimi anni per ridurre la platea di beneficiari e contenere le spese per questo bonus.

A chi spetta il Bonus irpef?

Il bonus irpef (Ex bonus Renzi) introdotto come misura a sostegno dei dipendenti; spetta a tutti i lavoratori che percepiscono redditi da lavoro dipendente. Ci sono anche altre categorie che percepiscono il bonus irpef ovvero chi percepisce redditi assimilati a quelli da dipendente:

  • Lavoratori in disoccupazione
  • Lavoratori del settore agricolo in disoccupazione
  • Lavoratori in congedo di maternità o paternità
  • Lavoratori con contratto di stage o tirocinio
  • Lavoratori di cooperative
  • Lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa

Questi lavoratori potranno controllare in busta paga alla voce “trattamento integrativo” l’importo che gli spetta relativo al bonus. Se il loro reddito non supera i 15000 euro annui, l’importo sarà di 100 euro, da 15000 a 28000 euro di reddito l’importo invece può variare. Non è necessario richiedere il bonus, il lavoratore lo vedrà direttamente in busta paga nel caso sia idoneo a percepirlo.

Come si calcola il bonus irpef?

Come abbiamo visto il bonus irpef (Ex bonus Renzi) è uno sconto sull’imposta su reddito, imposta chiamata appunto irpef.  La totalità del bonus arriva fino a 100 euro per dodici mensilità, per un totale di 1200 euro annui.

L’importo del bonus per il dipendente può variare in base al reddito di quest’ultimo: la totalità dell’importo del bonus irpef spetta solamente ai dipendenti che hanno un reddito non superiore a 15.000 euro annui.

Per i dipendenti che hanno un reddito superiore a 28.000 euro annui non spetta in alcun caso il bonus. Per gli altri dipendenti che hanno un reddito da 15.000 a 28.000 potrebbe spettare solo se è rispettato un requisito che possiamo verificare facendo un calcolo: dovremo calcolare la somma delle detrazioni spettanti al lavoratore.

Nel caso in cui le detrazioni siano superiori all’imposta lorda, il lavoratore non avrà diritto al bonus. Nel caso in cui invece le detrazioni non superino l’imposta lorda, il lavoratore avrà diritto al bonus per una somma data dalla differenza tra le detrazioni e l’imposta lorda.

Sempre con il limite dei 1.200 euro annui, se l’imposta lorda è di 1.100 euro e le detrazioni corrispondono a 2.100 euro, il bonus sarà di 1.000 euro.

Le detrazioni da prendere in considerazione sono quelle per:

  • Lavoro subordinato
  • Carico familiare
  • Spese sanitarie
  • Interessi sul mutuo
  • Edilizia fino al 2021

Per calcolare con precisione il bonus è necessario attendere la fine dell’anno nel conguaglio finale, considerando che la misura di riferimento è il reddito annuo lordo.

In sede di conguaglio si potranno verificare tre casi riguardanti il bonus irpef:

  1. Se il lavoratore ha percepito un bonus maggiore di quanto gli era dovuto dovrà restituire l’eccedenza al datore di lavoro che la tratterrà sul cedolino.
  2. Nel caso in cui il lavoratore ha percepito un bonus minore di quanto gli era dovuto avrà diritto alla somma mancante nel cedolino.
  3. Il lavoratore ha percepito il giusto bonus in base al suo reddito annuo lordo.

Cos’è l’irpef?

Il bonus irpef è come abbiamo visto, uno sconto su quest’ultima imposta. Quindi andremo a vedere di cosa si tratta quando si parla di irpef. Il nome dell’imposta non è altro che l’acronimo di “imposta sul reddito delle persone fisiche”, si tratta quindi di una tassa che colpisce direttamente la ricchezza del contribuente. È un’imposta diretta, personale, progressiva e generale.

Devono pagare l’irpef tutte le persone che sono in possesso di un reddito (Es. lavoratori autonomi, pensionati, coloro i quali sono in possesso di partite iva e ovviamente anche i dipendenti). Purché il reddito sia personale e conseguito in Italia. L’irpef è un’imposta progressiva che aumenta all’aumentare della ricchezza del contribuente tramite il suo calcolo a scaglioni progressivi.

Di seguito riporteremo gli scaglioni irpef e la relativa percentuale d’imposta:

  1. Fino a 15.000 euro annui, si applica una aliquota irpef del 23%
  2. Da 15.001 a 28.000 euro annui, si applica una aliquota irpef del 25%
  3. Da 28.001 a 50.000 euro annui, si applica una aliquota irpef del 35%
  4. Superiori ai 50.000 euro annui, si applica una aliquota irpef del 43%

Ricordiamo inoltre che per i redditi lordi annui che non superano gli 8.174 euro, non sono previste imposte da pagare, la cosiddetta “no tax area”. Gli scaglioni dell’imposta servono a far si che ognuno paghi proporzionalmente alla propria ricchezza.

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Conclusioni

Il bonus irpef, all’inizio è stato molto criticato e visto come sola manovra di propaganda politica per la campagna politica di Renzi. Col tempo però si è affermato una ottima misura di sostegno al reddito dei lavoratori che vedono aumentare il loro potere d’acquisto tramite direttamente in busta paga.

I soldi per questa manovra sono stati spesi molto più intelligentemente rispetto ad altri (Es. bonus monopattino, bonus matrimonio) per il quale la popolazione non sentiva tutta questa necessità. Motivo per cui questo bonus viene prorogato ormai da qualche anno, aiutando molte famiglie in difficoltà.