Significato di Start Up – Quali Sono le Fasi & le Tipologie?

Introduzione

Start Up è un termine che nel corso del tempo ha assunto un’evoluzione notevole, sempre più persone hanno cominciato a interessarsi quando dei risultati concreti sono stati raggiunti da veri e propri sconosciuti. Ma qual è il significato di Start Up e quali sono le tipologie e le modalità migliori per realizzarne una e sfruttarne le potenzialità e gli incentivi? Nei paragrafi che seguiranno si cercherà di rispondere a queste e ad altre domande sull’argomento.

Significato di Start Up

Affinché si possa avere un’idea più definita delle tipologie e delle potenzialità è opportuno comprenderne il significato di start up. Il termine Startup o Start Up si traduce dalla lingua inglese con il termine “avviamento” oppure “accensione”, si identifica, quindi, quel progetto imprenditoriale in fase di avvio che può indurre all’avanzamento di un’idea che possa essere utile agli altri.

Nel corso del tempo si sono susseguite diverse definizione, dalla più celebre di Steve Blank: “Una startup è un’organizzazione temporanea in cerca di un business model replicabile e scalabile”, a quella di Paul Graham: “Una startup è una società concepita per crescere velocemente”.

Caratteristiche delle Start Up

Ogni start up, sebbene possa avere delle differenze sostanziali da un’altra organizzazione temporanea, evidenzia quattro caratteristiche ben definite. Vediamo quali sono e perché sono così rilevanti.

Versatilità: ogni start up si basa su un sistema estremamente scalabile, cioè riesce a evolversi velocemente sfruttando al meglio le poche risorse a disposizione. Una ideale dovrebbe potersi espandere senza vincolarsi alle risorse a disposizione, raggiungendo comunque un numero di utenti molto alto in pochissimo tempo.

Espandibilità: la capacità di poter espandere la propria organizzazione all’estero in pochissimo tempo e senza modificare troppo l’idea di base è una caratteristica indistinguibile di una start up. L’espandibilità si identifica principalmente con la replicabilità, cioè deve diventare un modello di business facilmente esportabile in tutti i Paesi del mondo.

Tra gli esempi più evidenti figura la piattaforma di Tik Tok, sebbene di provenienza orientale ha dovuto adattare solo la traduzione e non il funzionamento dell’applicazione principale.

Innovazione: quando si realizza una start up, la caratteristica intrinseca è quella di dover essere innovativa. Infatti, questa tipologia di progetto nasce con lo scopo di risolvere un determinato problema, fino a quel momento ancora non migliorato.

Il loro scopo è quello di rivoluzionare un mercato, al fine di indirizzarlo verso soluzioni utili per il consumatore.

Ciclo di vita limitato: non è sbagliato ammettere che una start up nasce per un periodo limitato, le grandi aziende avviano le loro idee e progetti con una soluzione come questa, per poi evolvere in una condizione su più ampia scala. Anche piattaforme come Spotify e Netflix sono nate in questo modo, ma al momento non possono essere considerate tali.

Benefici di una Start Up

La definizione e le caratteristiche possono già di per sé anticipare quelli che sono i vantaggi nell’avviare un’associazione di questa tipologia. Per essere più dettagliati è opportuno sottolineare come i benefici più significativi siano quattro: proporre progetti, migliorare il brand, fiscalità e costo.

Proporre progetti

Iniziare una start up in proprio significa ovviamente proporre alla clientela un’idea originale che possa risolvere una loro esigenza. Spesso si è portati a pensare che queste nascono con lo scopo di creare solo oggetti materiali, ma in realtà la gran parte dei progetti odierni verte su servizi digitali. Tali elementi permettono di diffondere le proprie idee velocemente.

Migliorare il brand

Chi ha bisogno di far conoscere e di migliorare il proprio marchio riscontrerà nell’avvio di una start up la soluzione ideale. Risultando uno strumento che può diffondersi velocemente, garantisce una valorizzazione del brand e notorietà a coloro che lo stanno utilizzando.

Fiscalità

Sia gli aspetti legati alla burocrazia che quelli finanziari sono molto più semplici da gestire. A differenza di un’azienda di dimensioni importanti, le agevolazioni fiscali e soprattutto i passaggi da eseguire per avviare un’attività lavorativa di questo genere, sono più snelle e a portata di tutti, anche di coloro che non hanno competenze in merito.

Costo

Si aggiunge alla fiscalità anche il vantaggio di poter contare su costi di gestione e avvio molto più bassi. Non è un caso che tantissimi privati decidano di lanciare una start up con pochissimi fondi, cercando di veicolare la propria idea nel modo migliore possibile.

Negli ultimi anni le agevolazioni statali, anche in Italia, sono diverse e molto utili per chi vuole cimentarsi in questa tipologia di avventura.

Tipologie di Start Up

Per quanto tutte le start up presentino le stesse caratteristiche, come esaminato in precedenza, queste possono differire tra loro per tipologia. Tali differenziazioni sono dovute al numero di persone coinvolte e ai tool finanziari utilizzati.

Vediamo le cinque tipologie che si possono avviare.

Passione: le start up che nascono per la passione sono quelle che vengono gestite da persone che non hanno lavoro, ma vogliono realizzare qualcosa che sia utile per gli altri.

Piccoli-Business: questa tipologia di iniziativa è data da persone che investono personalmente il budget iniziale e sono fondate da un’unica figura professionale, usualmente chi ha l’idea principale.

La passione e l’entusiasmo verso il progetto sono totali, anche perché è frutto di un investimento privato che può essere efficace oppure completamente sperperato.

Scalabili: le start up sono tutte scalabili, ma la tipologia denominata in inglese da Steve Blank Scalable, identifica quell’associazione nata da persone che hanno tutta l’intenzione di raggiungere obiettivi importanti nel corso del tempo. Usualmente le aziende di questo tipo sono quelle che hanno pretese di entrare in Borsa e di essere poi acquisite da aziende più grandi per trarne profitto.

Per ottenere una start up scalabile sono necessari investimenti rilevanti, oltre che un modello di business che possa essere modificato nel tempo al fine di soddisfare le esigenze di tutti.

Acquistabili: iniziare un percorso di start up di questa tipologia equivale a scegliere una soluzione che sia vincolata a una vendita futura. Il progetto ha lo scopo di essere propedeutico alle multinazionali già esistenti, in modo che queste possano assimilare i servizi e i prodotti e distribuirli su grande scala.

Questa tipologia è quella meno proficua, dato che nella gran parte dei casi si vende a un prezzo inferiore a quello reale.

Sociali: in Italia, non è difficile reperire start up sociali, cioè quelle associazioni che realizzano progetti per rendere il pianeta un posto migliore. La passione è vincolata al raggiungimento di obiettivi etici, che esulano dai discorsi prettamente legati ai profitti.

Le fasi per avviare una Start Up

La durata di una start up dipende dalla tipologia di progetto e da come lo si approccia, per quanto ciò sia indiscutibile è opportuno sottolineare che ogni start up deve necessariamente essere vincolata ai finanziamenti, questi ultimi posti come base per iniziare. Non è un caso che vengano suddivise le sue fasi in base alle fasi di finanziamento, che usualmente sono sei: pre-sviluppo idea, sviluppo idea, analisi dei capitali, consolidamento aziendale, crescita e uscita.

In inglese vengono definite con i termini tecnici: Pre-Seed e, Bootstrap, Seed, Early Stage, Early Growth, Growth ed Exit.

Pre-sviluppo idea

Questa fase di una start up consiste nello sviluppare un principio di progetto, in cui siano presenti le linee marginali di fattibilità. Tutte queste iniziano con la valutazione delle esigenze della clientela e ricercano una soluzione che possa risolvere quella criticità in modo semplice e originale.

Sviluppo idea

La seconda fase si caratterizza per un approfondimento concreto di quelle che possono essere le soluzioni da adottare per risolvere il problema posto al centro del progetto. Oltre all’operosità dell’idea, si inizia a valutare anche il business plan, che non deve essere realizzato in modo dettagliato, ma che può stabilire i limiti oltre i quali non è possibile andare.

Analisi dei capitali

La terza fase è fondamentale per valutare al meglio i capitali disponibili e investirli in una campagna pubblicitaria efficace per ottenere visibilità. La capacità di investimento dipende dalla tipologia, ma un progetto di dimensioni importanti può avviarsi anche con 300-500 mila euro. Questo comprende i costi di sviluppo e ovviamente quelli legati al marketing.

Consolidamento aziendale

Terminata la fase di digital marketing si entra nella fase in cui vi è un vero e proprio consolidamento aziendale. Le start up più virtuose riescono a creare un modello di business interno con cui incrementare esponenzialmente il numero di clienti.

Questa fase necessita di investimenti più rilevanti, usualmente suddivisi in due categorie. La prima con capitali da 1-15 milioni di euro e la seconda in cui le cifre aumentano ancora.

Crescita

La penultima fase è quella in cui le start up consolidano le attività avviate e rischiano molto poco nel modificare il proprio progetto. Per ottenere una crescita efficace, ci si affida a ulteriori finanziamenti per generare un numero maggiore di clientela e un fatturato che possa risultare agli occhi delle grandi aziende particolarmente appetibile.

Uscita

L’ultima fase è anche quella che chiude il ciclo di vita del progetto. L’idea ha assunto una valenza finanziaria e concreta per la clientela e può essere veicolata verso una condizione di uscita sicura. La fase di uscita a sua volta si divide in più soluzioni, quelle più utilizzate sono: IPO, Secondary sale, Buyback e Mergers & Acqusition. Ognuna di questa ha dei vantaggi e degli svantaggi, condizioni dovute alla tipologia di acquisizione.

Come costruire una Start Up

Realizzare una start up, sia questa in Italia oppure all’estero, non è un’utopia, ma bisogna tenere in considerazione degli elementi imprescindibili: i finanziamenti.

Requisiti essenziali

Tempo: le tempistiche di una start up sono molto importanti, infatti, questa non deve assolutamente essere costituita da più di sessanta mesi, periodo che inizia dalla presentazione della domanda dell’attività d’impresa. Tale condizione è rilevante se si vogliono ottenere i requisiti minimi per iscriversi al Registro delle Imprese e usufruire degli incentivi per le start up.

Sede: per costruire nel migliore dei modi la propria start up è consigliabile scegliere una sede sul territorio UE oppure in Italia, ciò agevolerà notevolmente tutto l’iter burocratico per avviare le pratiche della start up. Gli incentivi italiani sono ovviamente legati al contesto europeo e non a quello estero.

Bilancio: un aspetto da tenere in considerazione quando si avvia una start up è quello del proprio bilancio della produzione annua. Infatti, a partire dal secondo anno, il valore della propria produzione annuale, non dovrà superare la cifra di 5 milioni di euro. Tale condizione è vincolante per ottenere gli incentivi. Ma non bisogna porsi troppi limiti se non si ha l’esigenza di usufruire degli incentivi messi a disposizione.

Utili: ulteriore condizione a cui badare, per costruire una start up finanziariamente approvata per un incentivo statale, risiede nel non avere distribuito utili.

Derivazione: una delle caratteristiche, spesso sottovalutate per costruire una start up con incentivi statali, è quella di non essere un’associazione derivata da una scissione o fusione, tanto meno da cessioni di azienda. Diverse start up sono frutto di una scissione e alla richiesta degli incentivi vengono a conoscenza di un rigetto.

I requisiti da avere per avviare una Start Up

Se per costruire una start up e ottenere gli incentivi è opportuno ottemperare alle cinque regole precedentemente elencate. Affinché ciò possa tramutarsi in una condizione di fattibilità è altrettanto importante verificare che siano presenti tre requisiti: rapporto spese-sviluppo, percentuale dipendenti ed infine titolarità.

Rapporto spese-sviluppo: ogni start up, che vuole usufruire degli incentivi dovrà necessariamente avere un rapporto tra le spese di ricerca o quelle di sviluppo, al massimo del +15% rispetto al costo e valore complessivo della start up.

Percentuale dipendenti: a tale condizione si aggiunge anche la necessità di assumere dipendenti con una percentuale che superi i due terzi per quelli con laurea magistrale e di un terzo per dottorandi o dottori di ricerca.

Titolarità: chi avvia una start up e desidera beneficiare degli incentivi dovrà possedere almeno un programma registrato al Registro pubblico speciale. Usualmente si ha la necessità di una privativa industriale legata a un’invenzione industriale. Ma vi sono diverse combinazioni possibili, che vanno dalla biotecnologia ai progetti slegati dalla tecnologia.

Start Up: la ricerca di investitori

Non è difficile immaginare come una start up, sia questa sociale o di altra tipologia, sia legata al capitale a disposizione. Pensare di avviarne una completamente da soli non è sbagliato, ma un investimento importante potrebbe essere assecondato da soluzioni che ne migliorino la capacità. Ma come ricercare gli investitori ideali per una start up?

Le soluzioni più utilizzate sono:

Crowdfunding: con questo sistema si possono raccogliere somme di denaro, piccole o di entità maggiore da altre persone. Grazie alla piattaforma di crowdfunding si possono ottenere donazioni che vertono verso la produzione concreta del servizio o prodotto. Il processo avviene con una campagna di marketing sostenuta da presentazioni e spiegazione del progetto.

Business Angel: con questo termine si identifica quella tipologia di investitori che vogliono incentivare un determinato progetto, investendo cifre intorno ai 100 mila euro. Nelle condizioni ottimali, di un progetto particolarmente valido, si possono ottenere investimenti anche da un milione di euro.

Venture capital: quando ci si affida a queste tipologia di investitore si è in contatto con società autorizzate agli investimenti nelle start up. Tecnicamente, quando un investitore di questa tipologia crede in un progetto ne diventa un azionista e resta tale fino alla scadenza del finanziamento, che varia dai 3 ai 10 anni.

Incubatore: con la parola incubatore, o per meglio dire in inglese Incubatore Start Up, ci si riferisce a quei luoghi digitali o fisici in cui si possono trovare le risorse per le proprie attività, come strutture e servizi dedicati. Sebbene possa sembrare una forma di finanziamento sui generis, nei Paesi più importanti è un ottimo trampolino di lancio.

Prestiti bancari: tra le forme più utilizzate per trovare un investitore figura quella legata alle banche. Le soluzioni più accreditate sono quelle legate alle concessioni di finanziamenti con fondo di garanzia per le PMI oppure quelle delle Competition. A tali condizioni si uniscono anche i mutui per le giovani aziende, ma una start up è molto difficile che possa ricavarne dei vantaggi oggettivi nel breve, medio o lungo periodo.

Conclusioni

Il significato Start Up è ormai diventato uno standard, sempre più persone avviano un’attività lavorativa sfruttando gli incentivi che un’associazione di questa tipologia consente di ottenere.

Nonostante in Italia vi siano diverse Start Up bisogna sottolineare come la ricerca dell’investitore giusto sia in molti casi la chiave per ottenere successo.