Paga Base – Gli Elementi della Retribuzione Minima

Introduzione

La paga base da corrispondere al lavoratore è composta da voci previste dalla legge, dai contratti collettivi di diverso livello e dai contratti individuali. Nella retribuzione del dipendente possiamo trovare voci ricorrenti e altre occasionali.

Alcune sono collegate alla periodicità di erogazione e altre ai risultati ottenuti dal lavoratore. Per paga base si intendono quelle voci ordinarie mensili che il dipendente trova nella sua busta paga e che compongono la retribuzione.

Molti non sanno infatti che la retribuzione non è soltanto una somma decisa in sede di contrattazione lavorativa ma è composta da più voci.

Definizione di paga base – le voci ordinarie mensili

La retribuzione da corrispondere al lavoratore consta di elementi previsti dalla legge, dai contratti individuali e dai contratti collettivi di diverso livello. Per contratti collettivi di diverso livello intendiamo quelli nazionali di categoria, contratti integrativi territoriali e accordi aziendali.

Ai fini della classificazione delle voci retributive è conveniente procedere all’analisi delle singole voci secondo le differenti periodicità di erogazione: Mensile, annuale o ultrannuale. Successivamente queste voci si possono dividere anche per frequenza, tra voci ordinarie presenti in busta paga e voci aggiuntive.

Tra gli elementi della retribuzione possiamo trovare il minimo contrattuale, il superminimo (collettivo e individuale), l’indennità di funzione e gli scatti di anzianità.

Il minimo contrattuale o paga base

Il minimo contrattuale è normalmente stabilito dai contratti collettivi di categoria, i quali lo denominano anche paga base o minimo tabellare. Costituisce il cardine del trattamento economico, individuando la misura del compenso minimo spettante ai lavoratori in relazione alla loro qualifica e livello di inquadramento.

In aggiunta al minimo contrattuale in passato erano corrisposti altri due elementi di retribuzione:

  • L’indennità di contingenza. Sorta nell’immediato dopoguerra con il nome di “indennità di carovita”. Aveva la funzione di adeguare automaticamente la retribuzione per difendere il potere d’acquisto dei salari contro l’inflazione. Quest’indennità è rimasta in vigore fino al 1991 ed era basato sulla cosiddetta “scala mobile”. La scala mobile era un meccanismo che rifletteva l’andamento del costo della vita in funzione della variazione dei prezzi di particolari beni.
  • L’elemento distinto della retribuzione o EDR. Quest’elemento è stato stabilito con l’accordo interconfederale del 1992 e corrisposto a partire dal 1993 alla generalità dei lavoratori, dirigenti esclusi. Era corrisposto in relazione alla cessazione dell’automatismo previsto dalla scala mobile, è pari a circa dieci euro ed è corrisposto per tredici mensilità.

Le retribuzioni contrattuali minime sono previste dai contratti collettivi e si differenziano in base al livello di inquadramento del lavoratore. Infatti, i lavoratori di uno stesso settore possono essere inquadrati secondo differenti scale retributive.

L’importo della paga base può essere stabilito con riferimento al livello di inquadramento in relazione alle caratteristiche soggettive del lavoratore. Tra queste caratteristiche troviamo l’età, il titolo di studio o l’anzianità di servizio. Anche le caratteristiche del datore di lavoro possono incidere: settore merceologico di appartenenza, dimensioni aziendali o ubicazione territoriale.

Il trattamento economico minimo può modificarsi nel tempo per varie cause: modifiche del rapporto di lavoro, rinnovo dei contratti collettivi o cambio di qualifica da parte del lavoratore.

Paga Base – Il superminimo collettivo

I contratti collettivi prevedono in molteplici casi che unitamente alle voci retributive minime ve ne possono essere numerose altre. Queste voci sono corrisposte in funzione del tipo e delle modalità di svolgimento della prestazione oggetto del rapporto di lavoro o particolarità territoriali. Sono elementi della retribuzione che hanno la stessa natura del minimo contrattuale ma un’area soggettiva di applicazione più limitata.

L’assorbimento del superminimo potrebbe essere regolato dalla contrattazione collettiva. In caso di passaggio del lavoratore ad un livello che non contempli questa voce, l’assorbimento è sempre possibile. Questo fino a concorrenza dell’importo complessivamente spettante in precedenza. Questo elemento rappresenta quindi un aumento della paga base previsto dalla contrattazione collettiva.

Il superminimo individuale

Il datore di lavoro può stabilire elementi retributivi non solo in maniera collettiva ma anche individuale. Questo è possibile in base ad uno specifico accordo che deve essere fatto tra le parti in sede di contrattazione lavorativa. L’eccedenza della retribuzione rispetto al minimo tabellare è quindi definita superminimo e deve esserne valutata la natura dell’erogazione.

Questo perché in base alla natura della prestazione ha diversa regolamentazione e limiti di assorbimento nella paga base. Il superminimo individuale e quello collettivo pur costituendo entrambi un aumento della retribuzione minima, hanno diversa disciplina. La disciplina generale ritiene che l’aumento di retribuzione sia soggetto all’assorbimento degli aumenti retributivi previsti dalla contrattazione collettiva.

Indennità di funzione

I contratti collettivi spesso attribuiscono al personale con qualifica di quadri e dirigenti un’indennità di funzione. Questo al fine di compensare i maggiori oneri e le rilevanti responsabilità relative all’attività svolta.

Un contributo economico quindi volto a premiare le particolarità dell’attività svolta nel corso del rapporto lavorativo. Per questo motivo è un’indennità che spetta solo ai quadri e agli impiegati con funzione di direzione.

Gli scatti o aumenti periodici di anzianità

Gli scatti di anzianità o aumenti periodici di anzianità sono erogati in relazione alla sola maturazione dell’anzianità lavorativa del dipendente. Sono corrisposti al fine di compensare la quantità e la qualità del lavoro. Questa somma aggiuntiva è data dal principio secondo il quale il lavoro svolto nel tempo presso la stessa azienda è più efficiente.

Gli scatti sono previsti dalla contrattazione collettiva solo per alcuni settori e per alcune categorie di lavoratori. Il valore economico di ogni scatto varia in relazione alla qualifica ed al livello di inquadramento del lavoratore ed è quantificato in cifra fissa.

I contratti collettivi stabiliscono anche l’intervallo di tempo necessario per la maturazione di ogni scatto. Sono determinati dalla disciplina collettiva anche il numero massimo di scatti maturabili e regolamenta gli scatti in presenza di passaggi di livello del dipendente.

Conclusioni

Conoscere gli elementi della retribuzione e della paga base è fondamentale per capire cosa stabilisce la misura dello stipendio di un dipendente. Spesso si pensa che lo stipendio sia deciso in sede di contrattazione sulla base di accordi personali ma come abbiamo spiegato non è così.

La retribuzione è stabilita dalla contrattazione collettiva sulla base delle mansioni, qualifica e livello del dipendente. Le varie voci retributive indicate dai contratti collettivi vanno a formare poi quella che è la paga che il lavoratore trova sulla busta paga.