Unioni civili, nuove direttiva in vista: col divorzio arriva l’assegno di mantennimento, ecco cosa dice la Cassazione.
La Suprema Corte, con una sentenza che fa giurisprudenza, ha esteso il diritto all’assegno di mantenimento anche a chi ha partecipato a un’unione civile, riconoscendo i diritti di chi si trova in condizioni economiche svantaggiate a seguito della cessazione del rapporto. Questa decisione rappresenta un passo importante verso il riconoscimento di una parità sostanziale tra matrimonio e unione civile, soprattutto in termini di tutela economica.
In particolare, la Cassazione ha sottolineato che la cessazione dell’unione civile può comportare, per una delle parti, un peggioramento rilevante della propria situazione economica. Di conseguenza, l’assegno di mantenimento può essere concesso per evitare disparità ingiustificate e garantire un supporto equo, simile a quanto accade nel divorzio.
Nuove prospettive per l’assegno di mantenimento nelle unioni civili
Secondo la normativa e la recente interpretazione della Cassazione, il diritto all’assegno di mantenimento nelle unioni civili si applica a chi dimostra di aver contribuito al benessere economico e sociale della coppia e di trovarsi in difficoltà economiche dopo la fine dell’unione. Non è quindi necessario che l’assegno venga corrisposto automaticamente, ma deve essere valutato caso per caso, tenendo conto di diversi elementi:
- La durata dell’unione civile
- La situazione economica di entrambe le parti al momento della cessazione
- Il contributo materiale e morale dato durante la convivenza
- Le esigenze di vita e la capacità di autosostentamento di chi richiede l’assegno
Questo approccio permette di bilanciare i diritti e i doveri delle parti, evitando che la dissoluzione dell’unione civile comporti un danno economico ingiustificato per uno dei partner.

La decisione della Cassazione non solo aggiorna il quadro normativo, ma ha anche un forte impatto sociale. Infatti, riconoscendo l’assegno di mantenimento nelle unioni civili, si tutela una realtà famigliare sempre più diffusa e si promuove una maggiore equità tra tutte le forme di convivenza riconosciute dalla legge italiana.
Questo riconoscimento può favorire un clima di maggiore serenità nelle coppie che scelgono di legarsi con un’unione civile, perché offre una garanzia in caso di separazione. Inoltre, potrebbe influenzare anche le future legislazioni, spingendo verso un’uniformità normativa tra matrimonio e unioni civili.
Dal punto di vista giuridico, la sentenza si inserisce in un percorso di progressiva estensione dei diritti civili e sociali. Sottolineando come il principio di tutela della persona e della sua dignità debba prevalere in ogni forma di rapporto affettivo e conviviale riconosciuto dallo Stato.
La novità ha suscitato interesse tra gli operatori del diritto e le organizzazioni impegnate nella tutela dei diritti civili. Che vedono in questa pronuncia un importante riconoscimento per le coppie unite civilmente, spesso penalizzate da un vuoto normativo rispetto alle coppie sposate.