Ad agosto 2025, dunque, prenderà il via per molti contribuenti la fase di accredito del rimborso IRPEF 730.
Con l’avvicinarsi di agosto, cresce l’attesa tra i contribuenti per l’accredito del rimborso IRPEF legato al modello 730/2025.
Dopo la presentazione della dichiarazione dei redditi, infatti, è proprio il mese di agosto a rappresentare il momento clou per la maggior parte dei beneficiari di questo conguaglio fiscale, che può rappresentare una significativa boccata d’ossigeno per chi ha sostenuto spese detraibili nel corso dell’anno.
Chi riceverà il rimborso 730 ad agosto 2025?
L’erogazione del rimborso IRPEF avviene secondo un calendario fiscale preciso, che distingue tra varie categorie di contribuenti. Nel dettaglio, ad agosto 2025 riceveranno il rimborso:
- I lavoratori dipendenti del settore privato: l’accredito avviene con la busta paga relativa al mese di luglio, ma il pagamento effettivo si concretizza nei primi giorni di agosto.
- I dipendenti pubblici e alcuni lavoratori privati con stipendio accreditato entro la fine del mese: riceveranno il rimborso già a fine luglio, sempre riferito alla mensilità di luglio.
- I pensionati: l’INPS eroga la pensione e l’eventuale rimborso IRPEF il primo giorno bancabile di agosto, ovvero il 1° agosto 2025.
È fondamentale ricordare che per poter usufruire di questo rimborso nel mese di agosto, la dichiarazione 730 deve essere stata presentata entro la metà di giugno 2025, salvo eventuali proroghe o controlli aggiuntivi.
Come verificare l’accredito del rimborso 730
Per controllare se si rientra tra i beneficiari del rimborso e verificarne l’effettivo accredito, il contribuente può semplicemente consultare la propria busta paga o il cedolino della pensione. Nella documentazione sarà presente una voce specifica, indicata generalmente come “IRPEF a credito Mod. 730”, che attesta il conguaglio fiscale positivo.
La verifica tempestiva è consigliata soprattutto in caso di ritardi o accrediti parziali, per poter agire prontamente attraverso i canali appropriati.
Importo e cause di eventuali ritardi nel rimborso 730
L’ammontare del rimborso IRPEF dipende da diversi elementi, tra cui:
- Le imposte trattenute nel corso del 2024
- Le detrazioni e deduzioni fiscali richieste (spese mediche, interessi su mutui, carichi familiari ecc.)
- Il saldo finale tra imposte dovute e versate dallo stesso contribuente

In media, i rimborsi oscillano tra i 300 e i 1.200 euro, ma possono superare tale soglia per chi ha sostenuto spese rilevanti o ha un reddito stabile.
Nel caso in cui il rimborso 730 non venga accreditato completamente o non compaia affatto nella busta paga di luglio, le cause principali possono essere:
- Presentazione tardiva della dichiarazione (oltre la metà di giugno)
- Controlli automatici o formali da parte dell’Agenzia delle Entrate
- Errori o incongruenze nella compilazione del modello 730 (ad esempio, sostituto d’imposta non indicato correttamente)
- Incapienza fiscale del datore di lavoro, ovvero l’impossibilità di erogare l’intero rimborso in un’unica soluzione per mancanza di capienza fiscale.
Cos’è l’incapienza fiscale del datore di lavoro?
Il rimborso IRPEF è materialmente erogato dal datore di lavoro, che funge da sostituto d’imposta. Questo utilizza il modello F24 per compensare le imposte da versare per tutti i dipendenti con il credito spettante a ciascun lavoratore. Se il datore non ha sufficienti debiti fiscali da compensare, non può erogare tutto il rimborso in una sola soluzione.
Ad esempio, un lavoratore con un rimborso spettante di 2.000 euro potrebbe ricevere solo 1.200 euro a luglio, con i restanti 800 euro erogati successivamente non appena il datore avrà capienza fiscale adeguata.
Cosa fare in caso di rimborso parziale o ritardato
Il contribuente non deve avanzare richieste particolari: il rimborso non si perde, ma viene semplicemente frazionato o posticipato. È comunque consigliabile:
- Monitorare regolarmente la busta paga o il cedolino pensionistico
- Contattare l’ufficio paghe o il consulente del lavoro per eventuali chiarimenti