Milioni di lavoratori e pensionati attendono con interesse le decisioni che potrebbero trasformare la loro busta paga di dicembre.
Con l’avvicinarsi delle festività natalizie si riaccende il dibattito sulla detassazione della tredicesima mensilità, una misura che il Governo sta valutando attentamente per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie italiane e stimolare i consumi durante il periodo di Natale.
L’iniziativa, fortemente promossa da Forza Italia e dal suo leader Antonio Tajani, potrebbe tradursi in un significativo aumento netto nelle buste paga di milioni di lavoratori e pensionati.
Le ipotesi di detassazione della tredicesima nella Manovra 2026
Attualmente, la tredicesima viene erogata a pensionati e lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, sia del settore pubblico che privato, con la stessa aliquota di contributi previdenziali e il prelievo Irpef applicato alle normali mensilità.
Tuttavia, a differenza delle altre buste paga, questa gratifica natalizia non beneficia delle detrazioni fiscali previste durante l’anno, causando un netto più basso rispetto al lordo.
Per ovviare a questa limitazione, il Governo sta considerando tre principali opzioni da inserire nella legge di Bilancio 2026:
- Esenzione totale dell’Irpef sulla tredicesima, consentendo ai lavoratori di ricevere l’intero ammontare lordo al netto solo dei contributi previdenziali;
- Applicazione di un’imposta sostitutiva ridotta al 10%, modello simile a quello utilizzato per i premi produttività, che rappresenterebbe una soluzione più contenuta e sostenibile dal punto di vista finanziario;
- Abbassamento dell’aliquota Irpef intermedia dal 35% al 33%, con contestuale ampliamento della fascia reddituale fino a 60mila euro, per favorire i redditi medi con un incremento più moderato ma più ampio nella platea dei beneficiari.
Antonio Tajani, intervenuto al forum di Assolombarda, ha sottolineato come questa misura possa essere integrata nel pacchetto fiscale che riguarda anche la tassazione agevolata su straordinari, festività e bonus.
Simulazioni di aumento netto in busta paga per fasce di reddito
Le simulazioni effettuate da fonti autorevoli, come Il Messaggero, evidenziano gli effetti concreti di tali interventi sulle diverse fasce di reddito annuo lordo (Ral). Di seguito, i potenziali incrementi netti nella tredicesima, a seconda che venga applicata l’esenzione totale Irpef o l’imposta sostitutiva al 10%:

- Per un reddito di 20.000 euro, l’aumento netto potrebbe oscillare tra i +321 euro (esenzione Irpef) e i +182 euro (imposta sostitutiva);
- A 28.000 euro di Ral, l’incremento varia tra +450 euro e +254 euro;
- Per i 35.000 euro, il guadagno si attesta tra +856 euro e +611 euro;
- A 50.000 euro, la crescita potrebbe raggiungere anche i +1.222 euro o +873 euro;
- Infine, per chi percepisce 60.000 euro, l’aumento potenziale arriva fino a +1.802 euro in caso di esenzione totale o +1.383 euro con imposta sostitutiva.
Questi numeri evidenziano come l’eventuale detassazione possa rappresentare un significativo sostegno economico per i lavoratori e i pensionati con redditi medio-alti, mentre l’abbassamento dell’aliquota Irpef intermedia mira a includere un bacino più ampio di contribuenti con incrementi più contenuti ma diffusi.
Impatto economico e prospettive future
L’obiettivo dichiarato dall’esecutivo è di aumentare la capacità di spesa delle famiglie italiane in un momento cruciale per il commercio e la ripresa economica post-pandemica.
Il tema della detassazione della tredicesima si inserisce in un più ampio quadro di riforme fiscali, che includono anche il taglio dell’Irpef per il ceto medio e la revisione della tassazione su straordinari e bonus produttività.
I dettagli definitivi saranno stabiliti nei prossimi giorni, con l’approvazione della Manovra 2026, che dovrà tenere conto delle risorse disponibili e delle necessità di bilancio, per garantire un intervento efficace e sostenibile.