Con l’avvicinarsi delle festività natalizie, cresce l’attesa per la possibile introduzione di una tredicesima mensilità detassata.
La proposta, rilanciata dal vicepremier e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, figura chiave del Governo Meloni, si inserisce in un più ampio pacchetto di interventi fiscali destinati a migliorare le condizioni economiche dei lavoratori, includendo agevolazioni su straordinari, lavoro festivo e premi di produttività.
Il Governo, guidato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sta valutando tre opzioni principali per alleggerire il peso fiscale sulla mensilità aggiuntiva di dicembre:
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Esenzione totale dell’Irpef sulla tredicesima, mantenendo però il solo prelievo contributivo pari a circa il 9,19%. Questa soluzione garantirebbe un aumento netto più consistente in busta paga, incidendo in modo significativo sul potere d’acquisto dei beneficiari.
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Imposta sostitutiva al 10%, sul modello già adottato per i premi di produttività, una via di mezzo che risulterebbe sostenibile per le casse pubbliche e più semplice da gestire amministrativamente.
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Riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%, con un ampliamento dello scaglione di reddito fino a 60.000 euro, cosicché un numero maggiore di contribuenti possa godere di un beneficio, seppur meno rilevante rispetto alle altre due opzioni.
Al momento, la discussione all’interno dell’esecutivo è in fase di approfondimento, con l’obiettivo di inserire la misura nella prossima manovra economica, tenendo conto degli equilibri di bilancio e delle risorse disponibili.
La situazione attuale della tassazione sulla tredicesima
La tredicesima mensilità è riconosciuta per legge a tutti i lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico sia di quello privato, oltre che ai pensionati, mentre i lavoratori autonomi non ne beneficiano. Attualmente questa mensilità è soggetta all’applicazione dell’Irpef senza usufruire delle detrazioni ordinarie previste per le normali retribuzioni mensili, con aliquote che variano dal 23% al 43% in base al reddito complessivo, oltre al versamento dei contributi previdenziali. Questo regime fiscale rende la tredicesima spesso meno redditizia di quanto si potrebbe aspettare, con una consistente riduzione del netto percepito.
Per comprendere meglio l’impatto delle ipotesi di riduzione fiscale, il quotidiano Il Messaggero ha pubblicato simulazioni che evidenziano come, in caso di esenzione totale dell’Irpef, i lavoratori con redditi annui più elevati potrebbero beneficiare di incrementi fino a 1.800 euro netti. Anche con l’ipotesi dell’imposta sostitutiva al 10%, gli aumenti restano significativi, seppur meno marcati, con un bonus che si aggira intorno ai 1.300 euro per i redditi più alti. Per i lavoratori con redditi più bassi, i vantaggi restano comunque tangibili, con incrementi di alcune centinaia di euro.

Reddito annuo lordo | Aumento con esenzione Irpef | Aumento con imposta al 10% |
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| 20.000 € | +321 € | +182 € |
| 28.000 € | +450 € | +254 € |
| 35.000 € | +856 € | +611 € |
| 50.000 € | +1.222 € | +873 € |
| 60.000 € | +1.802 € | +1.383 € |
L’effetto immediato atteso da un intervento di questo tipo è un aumento del potere d’acquisto, che potrebbe tradursi in una maggiore propensione ai consumi interni e un impulso positivo alle vendite al dettaglio durante il periodo natalizio, con ricadute favorevoli sull’economia nazionale.