La strada verso una maggiore flessibilità fiscale appare tracciata e pronta a modificare profondamente il rapporto tra PA locale e contribuenti.
Una svolta significativa coinvolge il sistema tributario locale: con la nuova riforma fiscale, Comuni, Province e Regioni potranno offrire la possibilità di pagare a rate e con sconti l’IMU, la TARI e altri tributi locali per le imprese in crisi.
Questa novità legislativa è stata approvata con la legge delega definitiva del 5 agosto 2025 e segna un cambiamento importante nel rapporto tra enti locali e contribuenti in difficoltà economica.
La riforma fiscale e l’accesso a rateizzazione e sconti
Fino a oggi, gli enti locali non avevano la facoltà di negoziare piani di rientro o ridurre i debiti fiscali legati a tributi come IMU e TARI. La ragione risiedeva nel principio di indisponibilità del credito tributario, che impediva accordi con i contribuenti morosi, anche in presenza di evidenti difficoltà di pagamento.
La nuova normativa abbatte questo vincolo, consentendo agli enti locali di concordare con le imprese in crisi piani di pagamento rateizzati o riduzioni parziali dei debiti tributari, purché le imprese attivino le procedure previste dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (CCII).
Questa misura è quindi riservata a chi dimostra di trovarsi in stato di crisi e ha avviato una procedura formale ai sensi del CCII, che dal 2022 ha sostituito la precedente normativa fallimentare.
La riforma si inserisce nelle forme di transazione fiscale e accordi sui debiti già previste dagli articoli 23, 63, 64-bis, 88, 245 e 284-bis del CCII, ampliandone l’applicazione ai tributi locali.
Impatti e significato culturale della novità
La modifica legislativa non rappresenta solo un adeguamento tecnico-giuridico, ma anche un cambiamento culturale nel modo di concepire la gestione del debito tributario per le imprese.

Riconosce implicitamente che, in situazioni di difficoltà economica temporanea, è preferibile recuperare una parte del credito piuttosto che non recuperare nulla, tutelando contemporaneamente la continuità aziendale e i posti di lavoro.
Inoltre, questo intervento normativo uniforma le regole tra tributi statali e locali, eliminando una storica disparità che aveva generato problemi interpretativi e applicativi per gli enti territoriali.
Dal punto di vista pratico, durante una composizione negoziata della crisi o un concordato preventivo, sarà possibile includere nel piano di rientro anche i tributi locali, come IMU e TARI.
Prossimi passi per l’operatività della norma
Sebbene la legge delega abbia fissato i principi fondamentali, la piena operatività della nuova disciplina dipenderà dall’emanazione di appositi decreti attuativi da parte del Governo, che dovranno definire criteri, limiti e modalità di accesso alla rateizzazione e alla riduzione parziale delle imposte locali.
La scadenza per l’adozione di tali decreti è fissata al 29 agosto 2026, con la possibilità di ulteriori due anni per eventuali correttivi.
Fino all’emanazione di questi decreti, continuerà a trovare applicazione la normativa vigente, che non consente ancora forme di flessibilità per il pagamento dei tributi locali da parte delle imprese in crisi.