Un cambiamento epocale è in arrivo per la TARI, la tassa sui rifiuti urbani. Ecco le nuove regole valide per i cittadini italiani
Un nuovo metodo di calcolo che promette di rivoluzionare il modo in cui viene stabilito l’importo da pagare: non più solo sulla base dei metri quadrati dell’abitazione e del numero di componenti familiari, ma sulla quantità effettiva di rifiuti prodotta.
In sostanza, più immondizia si getta, più si paga. È la cosiddetta tariffa puntuale, una misura che punta a responsabilizzare i cittadini e premiare chi produce meno spazzatura e ricicla correttamente. Ecco come funziona il nuovo sistema.
TARI: il nuovo sistema
Il principio è semplice: la tassa si calcola in parte fissa e in parte variabile. La novità consiste proprio nella parte variabile, che da ora sarà determinata dalla quantità di rifiuti indifferenziati prodotti da ciascun nucleo familiare o utenza. Per farlo, i comuni stanno installando contenitori dotati di sistemi di pesatura o riconoscimento elettronico (tramite badge o codici identificativi). In alcune aree, i sacchetti stessi saranno muniti di microchip o codici QR per il tracciamento. In questo modo, sarà possibile attribuire ogni conferimento all’utente specifico.

Chi produce grandi quantità di rifiuti indifferenziati, o non segue le regole della raccolta differenziata, vedrà salire l’importo da pagare. Al contrario, le famiglie attente all’ambiente e virtuose nella separazione dei materiali potranno beneficiare di sconti anche significativi sulla TARI. L’obiettivo della tariffa puntuale è duplice: da un lato, ridurre la produzione complessiva di rifiuti, e dall’altro aumentare la qualità della raccolta differenziata. Questo sistema, infatti, penalizza chi continua a gettare tutto nell’indifferenziato e premia chi invece separa correttamente carta, plastica, vetro, organico e metalli.
Non si tratta solo di una questione economica: dietro questo cambiamento c’è una logica ambientale. Ogni tonnellata di rifiuto smaltita in discarica ha un costo, sia per le casse pubbliche che per l’ambiente. Incentivare la riduzione alla fonte significa minori costi di smaltimento e maggiore efficienza del sistema. Inoltre, migliorando la qualità della raccolta differenziata si aumentano le possibilità di recuperare materiali riciclabili
A rischiare una “stangata” sono le famiglie poco attente alla gestione dei rifiuti o che, per abitudine o disinformazione, non differenziano in modo corretto. Il nuovo sistema mette infatti sotto la lente i cosiddetti “zozzoni”, ovvero quei cittadini che producono rifiuti in eccesso o li smaltiscono senza rispettare le regole. Le utenze domestiche numerose potrebbero vedere aumentare la propria spesa, ma sarà anche possibile ottenere riduzioni in base alla frequenza e quantità dei conferimenti. I singoli comuni stabiliranno le soglie minime e massime, anche per evitare penalizzazioni eccessive a famiglie numerose o situazioni particolari.
Il sistema della tariffa puntuale è già attivo in alcune realtà virtuose del Nord Italia, ma nel 2025 è previsto un allargamento a diversi comuni del Centro-Sud. Il passaggio non sarà immediato ovunque: serviranno nuovi strumenti, campagne informative e sistemi tecnologici adeguati per tracciare i conferimenti. Tuttavia, la direzione è ormai tracciata, anche in linea con le direttive europee che promuovono la cosiddetta economia circolare.