Il Piano Casa 2025 rappresenta così un passo decisivo verso un mercato immobiliare più equo, sostenibile e moderno.
Un nuovo slancio per il settore abitativo italiano arriva con il lancio del Piano Casa 2025, un progetto governativo che promette di rivoluzionare l’accesso alla casa, soprattutto per le famiglie in difficoltà economica.
Con un investimento complessivo di 660 milioni di euro, il piano mira a fornire abitazioni gratuite o a basso costo, semplificare le normative edilizie e rilanciare un settore da tempo bloccato da eccessiva burocrazia e mancanza di una visione strategica.
Un investimento strategico per rilanciare l’edilizia e l’offerta abitativa
Il Ministero delle Infrastrutture ha presentato il nuovo programma durante il quinto Tavolo Casa, sottolineando l’importanza di intervenire su un mercato immobiliare che, oltre a penalizzare le fasce più deboli, oggi mette in difficoltà anche il ceto medio.
La dotazione finanziaria di 660 milioni si suddivide in due fasi: una prima tranche da 100 milioni destinata a progetti pilota nel biennio 2027-2028, seguita da un più ampio stanziamento di 560 milioni per il triennio successivo. Questo approccio progressivo consentirà di monitorare i risultati degli interventi iniziali e di calibrare le azioni future.

Il piano prevede una revisione profonda del Testo Unico dell’Edilizia, con la legge delega attesa entro la fine di giugno, al fine di semplificare e uniformare le norme edilizie, spesso frammentate e poco coerenti sul territorio nazionale.
Flessibilità, inclusione e accessibilità: il nuovo volto dell’abitare
Uno degli obiettivi centrali del Piano Casa 2025 è la promozione di un modello abitativo che risponda non solo a esigenze residenziali, ma anche sociali. Il governo punta a rafforzare le politiche per le famiglie a basso reddito e a riformare il sistema di social housing, incentivando soluzioni abitative che siano accessibili, sostenibili e capaci di integrare le comunità.
Il Piano si propone di superare la tradizionale concezione dell’immobile come mero investimento finanziario, valorizzando invece l’uso sociale e funzionale delle abitazioni. In Italia, infatti, oltre il 25% delle seconde case sono ancora considerate come riserva di valore, un fenomeno che limita la disponibilità di alloggi per chi ne ha realmente bisogno.
In linea con le strategie europee contro l’emergenza abitativa, il progetto mira a garantire a un numero crescente di cittadini l’accesso a una casa dignitosa e a prezzi contenuti.
Riforma normativa e digitalizzazione: modernizzare il settore edilizio
Al centro della rivoluzione normativa c’è la revisione del Testo Unico dell’Edilizia, che sarà aggiornato per rendere più snelle le procedure autorizzative e integrare in modo coerente urbanistica, edilizia e tutela ambientale. La nuova normativa terrà conto della distribuzione delle competenze tra Stato e Regioni, per semplificare le pratiche sia per i cittadini sia per le imprese.
Un aspetto innovativo riguarda la completa digitalizzazione delle pratiche edilizie, con l’obiettivo di garantire trasparenza, tempi certi e ridurre gli oneri burocratici. Saranno inoltre introdotte misure per migliorare il controllo sulla legittimità degli immobili e per promuovere la rigenerazione urbana, valorizzando il patrimonio edilizio esistente senza consumare nuovo suolo.