La Provincia autonoma di Trento lancia contributi a fondo perduto per chi si trasferisce in 33 borghi montani, puntando su ristrutturazione e rilancio demografico.
La Provincia autonoma di Trento rilancia con un’iniziativa innovativa per contrastare lo spopolamento e rivitalizzare i borghi montani meno abitati. Sono fino a 100.000 euro di contributi a fondo perduto, messi a disposizione di chi decide di trasferirsi e investire in uno dei 33 comuni selezionati del Trentino, in particolare nelle aree che hanno registrato un costante calo demografico nell’ultimo decennio.
La misura, che sarà formalmente approvata entro la primavera 2025, punta a sostenere un totale di circa 100 nuovi nuclei familiari, offrendo un’opportunità concreta per chi sogna di cambiare vita, rallentando i ritmi e immergendosi nella natura, tra paesaggi incontaminati e comunità da rinvigorire.
Incentivi fino a 100.000 euro per trasferirsi nei borghi trentini
Il progetto sperimentale per la rivitalizzazione delle aree a rischio di abbandono è stato accolto favorevolmente dal Consiglio delle autonomie locali (Cal) con 24 voti favorevoli e un’astensione. Il finanziamento complessivo stanziato dalla Provincia ammonta a 10 milioni di euro, con una capienza di 5 milioni all’anno e un importo medio previsto di 50.000 euro per ogni immobile agevolato.

I contributi si articolano in due parti principali: fino a 80.000 euro per la ristrutturazione di abitazioni, con un tetto di spesa massima di 200.000 euro, e fino a 20.000 euro per l’acquisto dell’immobile, qualora non si sia già proprietari. Un requisito fondamentale è l’impegno a stabilirsi nell’abitazione per almeno 10 anni, oppure a concederla in affitto a canone moderato a chi vi trasferirà la residenza.
I beneficiari possono essere persone fisiche residenti anche all’estero, purché non abbiano già la residenza nel comune interessato (con una deroga per i giovani sotto i 45 anni). È inoltre possibile presentare domanda per più unità immobiliari, purché facenti parte di un unico intervento edilizio.
Tra i 33 comuni selezionati figurano realtà appartenenti a diverse valli montane del Trentino: dalla Val di Non (Bresimo, Livo) alla Val di Sole (Rabbi), passando per le Giudicarie (Bondone, Borgo Chiese), il Primiero (Sagron Mis, Canal San Bovo, Mezzano), l’Alpe Cimbra (Luserna), la Valsugana (Castello Tesino, Cinte Tesino, Grigno) e la Val di Cembra (Sover, Giovo). Anche la Val di Fiemme e la Val di Fassa sono rappresentate, seppur con alcune località in via di definizione.
Questi borghi, spesso lontani dai circuiti turistici di massa, sono ricchi di storia e di potenzialità inespresse, ma soffrono di un progressivo spopolamento che mette a rischio la tenuta sociale e culturale del territorio.