La difficile condizione dei genitori separati o divorziati riceve finalmente un sostegno concreto con la Legge di Bilancio 2026.
Dal 1° gennaio 2026, infatti, sarà attivo un nuovo contributo economico pensato per supportare chi, pur dovendo garantire il mantenimento dei figli, si trova ad affrontare il peso delle spese abitative in modo autonomo.
L’articolo 56 della Legge di Bilancio 2026 istituisce un fondo permanente da 20 milioni di euro annui, gestito dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dedicato esclusivamente a questo specifico bisogno. La misura è rivolta a genitori separati o divorziati che non hanno ottenuto l’assegnazione della casa familiare e che hanno figli fiscalmente a carico fino al compimento dei 21 anni. Questo contributo mira a ridurre la doppia pressione finanziaria che grava su questi genitori: da un lato la necessità di trovare un alloggio indipendente, dall’altro il dovere di continuare a mantenere economicamente i figli.
Il requisito della fiscalità a carico non è casuale: il sostegno è riservato ai genitori che mantengono la responsabilità economica sui figli che rientrano nei parametri fiscali previsti dalla normativa tributaria, ossia con redditi personali al di sotto di determinate soglie. L’obiettivo è offrire un aiuto reale a chi, pur privo del diritto di abitare nella casa in cui vivono i figli, continua a farsene carico economicamente.
Modalità di accesso e dettagli operativi ancora da definire
Nonostante l’approvazione della norma, i dettagli applicativi saranno definiti da un decreto ministeriale attuativo che coinvolgerà il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti insieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il decreto chiarirà i criteri di accesso, le modalità di domanda, gli importi erogabili e i requisiti reddituali da rispettare.
È molto probabile che il contributo venga erogato su domanda, con la necessità per i genitori di presentare documentazione che certifichi la propria condizione: sentenza di separazione o divorzio, attestazione della non assegnazione dell’abitazione familiare, certificazioni fiscali relative ai figli e ISEE aggiornato. La forma del sostegno non è ancora definitiva: potrebbe trattarsi di un versamento diretto sul conto corrente oppure di una riduzione fiscale.
Il fondo ha una capienza limitata, pertanto sarà fondamentale presentare domanda tempestivamente una volta pubblicato il decreto attuativo, previsto entro i primi mesi del 2026.

Parallelamente, in Piemonte, la Regione ha rinnovato un fondo da 7,5 milioni di euro per il triennio 2024-2026 dedicato al sostegno delle famiglie in difficoltà, incluse quelle con genitori separati o divorziati che non dispongono più della casa familiare.
L’iniziativa, promossa dall’assessore alle Politiche sociali Maurizio Marrone, si concentra su due principali direttrici: il sostegno per il pagamento degli affitti e la copertura di rate di mutuo. Per quanto riguarda gli affitti, il contributo può coprire da quattro a otto mensilità a seconda del reddito ISEE del richiedente, con priorità per coloro con un ISEE inferiore a 6.400 euro. Per i mutui, invece, è previsto un aiuto che può coprire fino a dodici rate mensili per chi ha redditi più bassi.
Le domande possono essere presentate attraverso le agenzie sociali per la locazione presenti nei comuni piemontesi, come l’agenzia Locare a Torino, che si occupa anche di promuovere contratti a canone concordato e di supportare i proprietari in difficoltà economiche temporanee.
Ulteriori forme di sostegno e misure di continuità per i genitori separati
Oltre ai contributi per l’alloggio, l’INPS ha attivato un sostegno economico temporaneo per i genitori separati o divorziati che, a causa dell’emergenza Covid-19, non hanno ricevuto l’assegno di mantenimento da parte dell’altro genitore. Questo contributo, erogato in unica soluzione fino a 800 euro per un massimo di 12 mensilità, è destinato a genitori con un reddito IRPEF inferiore a 8.174 euro e figli conviventi, ed è disponibile fino al 31 marzo 2024.
La domanda può essere presentata tramite il portale INPS, allegando la documentazione comprovante il diritto all’assegno di mantenimento e, se rilevante, la certificazione di handicap grave del figlio maggiorenne.