Perché rinunciare alla pensione e continua a lavorare ancora? Forse non lo sai ma c’è una sorpresa in busta paga.
Rinunciare alla pensione per continuare a lavorare può sembrare una scelta controintuitiva, ma negli ultimi tempi questa opzione sta attirando l’attenzione di molti lavoratori italiani, soprattutto grazie a un meccanismo di incentivo introdotto dal legislatore.
La novità principale riguarda la possibilità di ottenere un significativo aumento in busta paga, una misura che spinge a riflettere sulle opportunità economiche di posticipare il pensionamento.
Incentivo al rinvio della pensione: come funziona il “bonus Giorgetti”
Dal 2023, la Legge di Bilancio ha previsto un sistema premiate per chi decide di posticipare la pensione, anche avendo già maturato i requisiti per il pensionamento anticipato. Questo incentivo, noto come bonus Giorgetti, si traduce in un aumento netto dello stipendio grazie alla restituzione in busta paga della quota dei contributi previdenziali che normalmente sarebbe a carico del lavoratore.
In pratica, i dipendenti pubblici e privati che scelgono di rimanere in attività dopo aver raggiunto i requisiti pensionistici vedono l’INPS non trattenere più la loro parte di contributi previdenziali, pari a circa il 9,19% della retribuzione imponibile. La novità più rilevante del 2025 è che questa somma viene erogata senza alcuna tassazione aggiuntiva o ulteriori contributi, aumentando così concretamente il netto mensile percepito dai lavoratori.
Il datore di lavoro, invece, mantiene l’obbligo di versare la propria quota contributiva, garantendo così la continuità del versamento dei contributi da parte del datore ma non gravando ulteriormente sul lavoratore. L’accesso al bonus Giorgetti è stato esteso dalla Legge di Bilancio 2025 a una platea più ampia di dipendenti pubblici e privati che maturano entro il 31 dicembre 2025 determinati requisiti pensionistici. In particolare, possono usufruire dell’incentivo:
- I lavoratori che raggiungono la pensione anticipata flessibile (Quota 103), che richiede almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi;
- I lavoratori che maturano i requisiti per la pensione anticipata ordinaria, ovvero 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne.

Il bonus sarà visibile sui cedolini pagati a partire da settembre 2025 per i dipendenti privati e da novembre 2025 per quelli pubblici, a condizione che venga presentata la relativa domanda all’INPS. Non possono accedere all’incentivo coloro che hanno già raggiunto l’età per la pensione di vecchiaia o che percepiscono già una pensione diretta, fatta eccezione per chi beneficia dell’assegno ordinario di invalidità.
Sebbene il bonus Giorgetti rappresenti un interessante vantaggio economico nel breve termine, è fondamentale valutare con attenzione le implicazioni a lungo termine. Chi sceglie di rinunciare temporaneamente alla pensione per continuare a lavorare non accumula ulteriori contributi per il periodo di permanenza in attività, un aspetto che potrebbe tradursi in un calo dell’importo pensionistico futuro. La scelta di posticipare il pensionamento, quindi, richiede una valutazione attenta e personalizzata, considerando sia aspetti economici che psicologici.
Per questo motivo, è consigliabile rivolgersi a professionisti esperti, come CAF o Patronati, per ricevere un’analisi dettagliata della propria situazione previdenziale e capire se conviene effettivamente rinviare il pensionamento. L’incentivo rappresenta un’opportunità concreta per chi è disposto a rimanere nel mondo del lavoro, ma ogni decisione deve essere ponderata con cura per evitare spiacevoli sorprese nel momento del pensionamento definitivo.