Riforma pensioni, dal 2026 si parte dai 56 anni: chi potrà ricevere l’assegno

Con l’imminente approvazione della legge di Bilancio 2026, si definisce con chiarezza il panorama delle misure pensionistiche.

In un contesto di progressivo inasprimento delle condizioni per il pensionamento, a causa dell’assenza di una nuova riforma, le vie d’uscita dal lavoro si riducono significativamente. Vediamo quali sono, aggiornate al 2026, le principali opzioni per andare in pensione.

Uno dei cardini del sistema previdenziale è rappresentato dalla pensione di vecchiaia ordinaria. Per chi ha iniziato a versare contributi prima del 1996, l’accesso è previsto con:

  • un’età minima di 67 anni;
  • almeno 20 anni di contributi versati.

Per i lavoratori con contribuzione iniziata dopo il 1995, resta valido l’accesso a 67 anni con almeno 20 anni di contributi, ma si aggiunge un requisito economico: la pensione deve essere superiore all’importo dell’assegno sociale (che per il 2025 è pari a 603,40 euro mensili lordi).

Inoltre, per chi ha versato contributi esclusivamente dopo il 1995, è confermata la possibilità di pensionamento con la pensione di vecchiaia contributiva a 71 anni di età con almeno 5 anni di contributi.

Pensioni anticipate: tra contributi e limiti anagrafici

Le pensioni anticipate rappresentano un’altra via fondamentale, sostituendo le precedenti pensioni di anzianità. Secondo le normative vigenti:

  • Per gli uomini, è necessario aver maturato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi;
  • Per le donne, il requisito è di almeno 41 anni e 10 mesi.

Questi contributi devono escludere quelli figurativi derivanti da malattia, infortuni e disoccupazione.

Per i lavoratori che hanno iniziato a versare dopo il 1995, la pensione anticipata contributiva richiede:

  • un’età minima di 64 anni;
  • almeno 20 anni di contributi;
  • una pensione calcolata non inferiore a tre volte l’assegno sociale.

Ulteriori specifiche riguardano le donne con figli, con soglie di pensione più basse (2,8 volte l’assegno sociale per donne con un figlio e 2,6 volte per donne con più figli), e requisiti contributivi più elevati per chi fa uso di rendite integrative.

La tanto discussa riforma pensioni 2026 non vedrà la luce, poiché nella manovra finanziaria non figura alcuna proroga di misure come Opzione Donna e Quota 103, che scadranno a fine 2025. Questo determina una significativa riduzione delle possibilità di pensionamento anticipato.

Tuttavia, permangono alcune misure dedicate a categorie specifiche:

  • Caregivers che assistono da almeno 6 mesi un familiare disabile convivente;
  • Disoccupati che abbiano esaurito la Naspi;
  • Invalidi con una percentuale di invalidità almeno pari al 74%;
  • Lavoratori impegnati in mansioni gravose.

Questi soggetti potranno accedere all’Ape Sociale nel 2026 rispettando i requisiti di:

  • età minima di 63 anni e 5 mesi;
  • almeno 36 anni di contributi per i lavori gravosi;
  • almeno 30 anni di contributi per invalidi, caregivers e disoccupati.

Un’altra misura importante è la Quota 41 per i lavoratori precoci, che consente il pensionamento senza un limite anagrafico, a condizione di aver versato almeno 41 anni di contributi, con almeno un anno di lavoro svolto prima dei 19 anni e 35 anni di contributi validi (esclusi quelli figurativi).

Scivoli pensionistici e pensione anticipata per invalidi

I lavoratori impegnati in attività particolarmente usuranti, come palombari, minatori, operatori su linee a catena, autisti di mezzi pubblici o turnisti notturni, possono usufruire dello scivolo pensionistico per lavori usuranti. I requisiti sono:

  • almeno 61 anni e 7 mesi di età;
  • almeno 35 anni di contributi;
  • la somma di età e contributi deve raggiungere almeno 97,6 anni (compresi frazioni di anno).

Infine, per coloro che presentano una specifica invalidità correlata alla tipologia di lavoro svolto, è prevista la pensione di vecchiaia anticipata per invalidi con:

  • età minima di 56 anni per le donne e 61 anni per gli uomini;
  • almeno 20 anni di contributi;
  • invalidità riconosciuta pari almeno all’80%.
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