Londra guida la classifica delle città europee con i canoni più elevati seguita da Parigi e Amsterdam mentre a Milano il mercato immobiliare resta sotto forte pressione.
In un contesto economico sempre più complesso e segnato dall’inflazione, il tema degli affitti residenziali torna a essere uno dei principali fattori di preoccupazione per chi cerca una casa in Europa. Una recente analisi ha evidenziato come in diverse città del Vecchio Continente i costi degli affitti siano arrivati a livelli insostenibili per chi percepisce uno stipendio medio, con situazioni particolarmente critiche in alcune metropoli.
Le città europee con gli affitti più proibitivi
Secondo gli ultimi dati raccolti, la città con l’affitto più caro d’Europa è Londra, dove il costo medio mensile per un appartamento di una camera nel centro cittadino supera di gran lunga la media europea, arrivando a superare i 2.000 euro. Questo dato rende Londra una meta poco accessibile soprattutto per i lavoratori con salari medi o bassi, costretti spesso a rinunciare a zone centrali o a condividere l’alloggio per contenere le spese.
Seguono altre metropoli come Parigi e Amsterdam, dove le quotazioni degli affitti sono anch’esse molto elevate, seppur leggermente inferiori rispetto a Londra. In queste città, la domanda abitativa supera di gran lunga l’offerta, spingendo verso l’alto i prezzi e creando un mercato immobiliare sempre più competitivo e selettivo.

In Italia, Milano si conferma come la città con gli affitti più elevati, soprattutto nel centro storico e nelle zone limitrofe ai principali poli lavorativi e universitari. Il costo medio mensile di un monolocale si aggira intorno ai 1.200 euro, una cifra che risulta spesso eccessiva per chi percepisce uno stipendio medio italiano, che si attesta su livelli significativamente inferiori rispetto a quelli delle grandi capitali europee.
L’aumento degli affitti a Milano è stato favorito da diversi fattori: la crescita del settore terziario, l’attrazione di investimenti internazionali e la scarsità di nuove costruzioni residenziali di qualità a prezzi accessibili. Questa dinamica ha portato molte famiglie e giovani lavoratori a spostarsi verso la periferia o a valutare alternative come il co-living o l’affitto condiviso.
L’escalation dei costi degli affitti nelle grandi città europee ha un impatto significativo sulla qualità della vita e sulla mobilità lavorativa. Chi percepisce uno stipendio medio deve spesso destinare una quota elevata del proprio reddito all’abitazione, riducendo la capacità di spesa per altri beni e servizi. Questo fenomeno può contribuire a un aumento delle disuguaglianze sociali e a un decremento della competitività delle città stesse.
Le amministrazioni locali e i governi nazionali stanno cercando di mettere in campo misure per contenere il fenomeno, tra cui incentivi alla costruzione di abitazioni a canone moderato, regolamentazioni più stringenti sugli affitti turistici e programmi di sostegno per le fasce di reddito più deboli. Tuttavia, la complessità del mercato immobiliare e le dinamiche globali di domanda e offerta rendono difficile trovare soluzioni rapide ed efficaci.
In questo scenario, è consigliabile per chi ha uno stipendio medio valutare attentamente le opzioni abitative, considerando anche città meno costose o periferie ben collegate, per evitare che il costo dell’affitto diventi un peso insostenibile.