Quasi 500mila lavoratori potranno esultare, in busta paga sta arrivando l'aumento: l'annuncio del Governo

La firma definitiva del contratto è attesa entro settembre; in caso di mancato accordo, gli aumenti rischiano di essere rimandati al 2026.

Un’importante svolta nell’ambito della pubblica amministrazione è in arrivo per quasi mezzo milione di lavoratori degli enti locali: il Governo ha presentato una nuova proposta di aumento salariale che potrebbe tradursi in incrementi significativi in busta paga già entro la fine dell’anno.

Tuttavia, nonostante i passi avanti nelle trattative, permangono ancora alcune resistenze da parte dei sindacati, che spingono per condizioni più favorevoli.

Nuova proposta di aumento per 480 mila lavoratori degli enti locali

Le trattative per il rinnovo del contratto nazionale del pubblico impiego 2022-2024 stanno procedendo a rilento e finora hanno portato a un accordo solo per due comparti: il settore Centrale, comprendente ministeri e agenzie fiscali, e quello della Difesa e Sicurezza, che coinvolge le forze dell’ordine.

Per quanto riguarda la Sanità, la Scuola e soprattutto gli Enti locali, le discussioni sono ancora in corso. L’ARAN (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) ha recentemente presentato una nuova bozza di accordo, con l’obiettivo di arrivare alla firma entro il prossimo 9 settembre.

Questa scadenza è cruciale: solo un’intesa entro quella data consentirebbe agli aumenti di entrare in vigore nel 2025, altrimenti si rischierebbe uno slittamento al 2026, con conseguente beffa per i lavoratori coinvolti, che sono circa 480mila tra comuni, regioni e altri enti locali.

Attualmente, questi dipendenti ricevono già in busta paga due indennità di vacanza contrattuale: una riferita al triennio 2022-2024, aumentata del 3,85%, e un’altra, all’1%, relativa al contratto scaduto il 1° gennaio scorso, stabilita dall’ultima legge di Bilancio.

Incrementi salariali più consistenti nella nuova bozza di contratto

La nuova versione del contratto collettivo nazionale delle Funzioni locali prevede aumenti più sostanziosi rispetto alla proposta iniziale, grazie anche al parziale assorbimento dell’indennità di comparto nello stipendio tabellare.

Gli aumenti medi lordi mensili su tredici mensilità, per esempio, sono stimati in 158,48 euro per i funzionari e le qualifiche elevate (rispetto ai 144 euro precedenti), 145,50 euro per gli istruttori, circa 129 euro per gli operatori esperti e 122,48 euro per gli operatori semplici (in aumento rispetto ai 113 euro della precedente bozza).

I dettagli – impresamia.com

Su base annua, al netto della tredicesima, le nuove retribuzioni tabellari si attesterebbero intorno a 25.114 euro per i funzionari, 23.138 euro per gli istruttori, 20.583 euro per gli operatori esperti e 19.753 euro per gli operatori semplici.

Principali novità normative e punti di attrito nelle trattative

Oltre agli aumenti salariali, la bozza introduce rilevanti innovazioni normative volte a modernizzare l’organizzazione del lavoro negli enti locali e a rispondere alle nuove esigenze del pubblico impiego.

Tra queste, spicca l’estensione del buono pasto anche ai lavoratori in smart working, colmando una lacuna normativa che penalizzava chi opera in modalità agile. Viene inoltre previsto un progetto pilota per la cosiddetta “settimana corta”, ossia la possibilità di concentrare l’orario settimanale in quattro giorni, senza ridurre il monte ore.

Un’altra novità significativa riguarda l’introduzione di misure di age management, pensate per valorizzare le competenze dei lavoratori più anziani e favorire un progressivo e sostenibile percorso verso il pensionamento. Questi strumenti includono passaggi a mansioni meno gravose, affiancamenti e percorsi di accompagnamento al pensionamento, tutelando il ricambio generazionale.

Per quanto riguarda le progressioni di carriera, la bozza proroga di un anno la deroga che consente avanzamenti verticali anche senza titolo di studio, purché l’esperienza venga riconosciuta equivalente, un vantaggio soprattutto per le aree territoriali più difficili da presidiare.

Sono inoltre previsti interventi specifici quali maggiori risorse economiche per i dipendenti dei piccoli Comuni, compensi più elevati per gli agenti della Polizia Locale con incarichi di alta qualificazione, una nuova disciplina per il lavoro festivo infrasettimanale e l’obbligo per gli enti di costituire i fondi decentrati per rafforzare la contrattazione integrativa.

Nonostante questi progressi, i sindacati principali come CGIL e UIL ritengono ancora insufficienti le risorse stanziate, evidenziando come gli aumenti non compensino adeguatamente l’inflazione accumulata nel triennio né recuperino il potere d’acquisto perso dai lavoratori. Persistono inoltre divergenze su temi quali il salario accessorio, la contrattazione decentrata e il riconoscimento delle specificità professionali.

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