Quanto ti spetta se stai per trasferirti con il bonus Prima Casa: il contributo è più alto da quest’anno, come calcolarlo.
Dal 2025 cambiano le regole per accedere al bonus casa al 50% destinato agli interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica degli immobili.
L’Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 8/E del 19 giugno 2025, ha fornito chiarimenti fondamentali sul requisito dell’abitazione principale, eliminando dubbi e semplificando la procedura per ottenere la detrazione più vantaggiosa anche se il cambio di residenza non avviene subito dopo la fine dei lavori.
Bonus casa al 50%: il cambio di residenza può avvenire a lavori conclusi
A partire dal 1° gennaio 2025, la normativa distingue nettamente le condizioni per fruire del bonus fiscale in funzione della destinazione dell’immobile. Per gli immobili destinati ad abitazione principale, infatti, la detrazione riconosciuta sale al 50%, sia per il bonus ristrutturazione sia per l’ecobonus. Per le seconde case o immobili diversi dall’abitazione principale, la percentuale scende invece al 36%.
La novità più rilevante introdotta dall’Agenzia delle Entrate riguarda la tempistica del cambio di residenza anagrafica. Non è più necessario trasferirla immediatamente all’inizio o durante i lavori di ristrutturazione: è sufficiente che la nuova residenza e la dimora abituale siano registrate nell’immobile al termine dei lavori, cioè alla chiusura del cantiere. Questo significa che la maggiorazione del bonus al 50% è garantita anche se il contribuente si trasferisce successivamente, purché sia la sede della residenza anagrafica e dimora abituale alla fine degli interventi.
Per “abitazione principale” non si intende semplicemente la prima casa di proprietà, ma la casa in cui il contribuente o i suoi familiari vivono stabilmente. Il riferimento normativo è il comma 3-bis, articolo 10 del TUIR, che specifica come abitazione principale quella in cui la persona fisica, titolare di diritto reale sull’immobile (proprietà, nuda proprietà, usufrutto, uso, abitazione), dimora abitualmente.
Non si considera rilevante la variazione della dimora abituale se dovuta a ricovero permanente in istituti sanitari, a condizione che l’immobile non risulti locato. Una precisazione importante riguarda anche il bonus al 50% per l’unità immobiliare adibita a dimora abituale di un familiare del contribuente, come il coniuge o parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado. In questo caso, la detrazione maggiorata si applica, ma solo una volta: se il contribuente possiede due immobili, uno adibito a propria dimora abituale e un altro a quella di un familiare, la detrazione spetta esclusivamente sull’immobile in cui il titolare risiede stabilmente.

Per accedere all’aliquota del 50%, il contribuente deve essere titolare di un diritto reale sull’immobile oggetto dei lavori. Ciò include la proprietà, la nuda proprietà, la proprietà superficiaria o altri diritti reali di godimento come l’usufrutto, l’uso o l’abitazione. Questa condizione è essenziale per poter beneficiare della maggiorazione prevista per l’abitazione principale.
Questi chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate rappresentano un importante passo avanti nella definizione delle regole per accedere ai bonus edilizi nel 2025, consentendo una maggiore flessibilità temporale e un’applicazione più corretta delle agevolazioni fiscali. Tuttavia, è fondamentale prestare attenzione alle condizioni e ai limiti stabiliti per evitare errori nella richiesta delle detrazioni e garantirsi il massimo vantaggio fiscale possibile.