Nuove regole per il pagamento del Canone RAI: ecco come funziona l’addebito sulla pensione, chi può accedervi e quali sono le conseguenze per i redditi più bassi.
Il pagamento del Canone RAI rappresenta ancora oggi un obbligo per tutti coloro che detengono un apparecchio televisivo, ma le modalità di versamento si sono evolute per venire incontro alle esigenze di diverse categorie di contribuenti, tra cui i pensionati. In particolare, è possibile effettuare il pagamento con addebito diretto sulla pensione, un’opzione che può facilitare la gestione dell’imposta, ma che comporta precise condizioni e scadenze da rispettare.
Pagamento del Canone RAI e modalità di addebito sulla pensione
Dal 2016, il Canone RAI, che ammonta attualmente a 90 euro annuali, viene generalmente addebitato sulla bolletta dell’energia elettrica. Questa misura è stata introdotta per contrastare l’evasione fiscale, storicamente molto diffusa. Tuttavia, non tutti i contribuenti hanno un contratto di energia intestato, e per questi il pagamento avviene tramite modello F24.
Per i pensionati esiste invece la possibilità di richiedere l’addebito diretto del Canone RAI sulla pensione, una modalità che offre una comoda dilazione del pagamento in 11 rate mensili, trattenute direttamente dall’assegno previdenziale. Questa opzione è riservata esclusivamente ai pensionati con un reddito annuo da pensione inferiore a 18.000 euro, in modo da tutelare chi percepisce un assegno basso e potrebbe avere difficoltà a saldare in un’unica soluzione l’importo dovuto.

La domanda per attivare questa modalità deve essere presentata entro il 15 novembre dell’anno precedente a quello di riferimento. Per il 2026, vista la caduta di tale data di scadenza di sabato, il termine è stato prorogato al 17 novembre. Le richieste possono essere inoltrate direttamente sul sito ufficiale dell’INPS, tramite Contact Center o con l’assistenza di patronati e intermediari autorizzati.
Una volta approvata la richiesta, l’addebito del Canone RAI avverrà in maniera automatica a partire dal mese di gennaio dell’anno successivo, con trattenute mensili per 11 mesi sulla pensione. Questo sistema elimina il rischio di dimenticanze, ritardi o errori di fatturazione, poiché è l’INPS, in accordo con la RAI, a gestire il pagamento senza ulteriori oneri per il pensionato.
È importante sottolineare che la domanda va presentata una sola volta. In caso di variazioni rilevanti nei requisiti, come un aumento del reddito oltre la soglia prevista, l’addebito potrà essere sospeso o cessare automaticamente.
Questa modalità di pagamento, pur vantaggiosa per molti, non è accessibile a tutti i pensionati. Coloro che superano il limite di reddito annuale stabilito, o che non presentano la domanda entro il termine, dovranno continuare a versare il Canone RAI con le modalità ordinarie, cioè tramite bolletta della luce o modello F24.
Per i pensionati con redditi più bassi, invece, l’addebito rateizzato rappresenta un aiuto concreto, soprattutto in un contesto economico dove i costi delle utenze e delle imposte gravano pesantemente su bilanci spesso ridotti. Il sistema, inoltre, evita l’accumulo di debiti e le sanzioni che potrebbero derivare dal mancato pagamento.