Pensioni, la svolta nel 2026: cosa cambia e a chi spetta di più

Il Bonus anziani non autosufficienti da 850 euro mensili si prepara a una significativa evoluzione nel 2026.

Il governo italiano, attualmente guidato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sta mettendo a punto nuove strategie per rafforzare il sostegno economico e sociale agli over 80 in condizione di fragilità, integrando le misure già in vigore con un piano nazionale più ampio di inclusione sociale e assistenza domiciliare.

Il bonus da 850 euro al mese è indirizzato agli anziani over 80 non autosufficienti con redditi familiari bassi, in particolare coloro che si trovano in condizioni di bisogno assistenziale gravissimo, come la demenza avanzata, il coma o gravi disabilità. Attualmente, il requisito principale per accedere a questa integrazione all’indennità di accompagnamento (che ammonta a 531,76 euro) è un ISEE sociosanitario non superiore a 6.000 euro. Tuttavia, le domande per il bonus risultano limitate, probabilmente a causa della complessità delle procedure di accesso e della stretta selezione basata su criteri molto rigidi.

Per il 2026, il governo sta valutando di escludere la prima casa dal calcolo dell’ISEE, una modifica che potrebbe abbassare sensibilmente l’indicatore economico di molte famiglie italiane e quindi ampliare il numero di potenziali beneficiari. L’INPS ha inoltre sottolineato la necessità di rivedere i requisiti troppo restrittivi, aprendo la possibilità di includere anziani con gravi disabilità non necessariamente in condizioni di non autosufficienza totale. Questo ampliamento rappresenta un passo importante per rendere il bonus più accessibile e per rispondere a una domanda crescente di assistenza.

Politiche di assunzione di colf e badanti: un supporto integrato per l’assistenza domiciliare

Parallelamente al bonus economico, il governo ha introdotto un provvedimento che consente l’assunzione di colf e badanti per gli over 80 disabili anche al di fuori delle quote previste dal Decreto Flussi. Questa misura mira a facilitare l’ingresso in Italia di fino a 10.000 lavoratori stranieri addizionali, impiegati tramite agenzie autorizzate o associazioni datoriali del settore domestico. L’obiettivo è costruire una rete di supporto più robusta per gli anziani fragili, alleggerendo il carico assistenziale sulle famiglie e garantendo una presenza costante e qualificata.

L’integrazione tra il bonus economico e le politiche di assunzione rappresenta una strategia complessiva per migliorare la qualità dell’assistenza domiciliare e promuovere l’inclusione sociale degli anziani, andando oltre il semplice sostegno finanziario.

Il Bonus anziani 2026 è inserito in un quadro più ampio di riforma della terza età, avviata nel 2023 dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Tra i principali obiettivi figura l’uniformazione dei servizi di assistenza sul territorio nazionale, il miglioramento degli standard formativi degli operatori e la realizzazione del Piano nazionale per la cura della non autosufficienza.

Oltre a questo, si sta lavorando a un Piano nazionale per l’invecchiamento attivo, che mira a promuovere l’inclusione sociale, la prevenzione delle fragilità e la partecipazione attiva degli anziani alla vita comunitaria. Il Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza, che coinvolge oltre 60 associazioni, sollecita tuttavia una più rapida approvazione dei decreti attuativi necessari.

Un nodo cruciale riguarda anche il rinvio del Sistema nazionale di assistenza agli anziani, concepito per integrare sanità, servizi sociali e previdenza (INPS). Questo ritardo incide anche sulla riforma delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), dove si punta a migliorare la qualità degli ambienti e ad assicurare un maggior numero di ore di assistenza da parte del personale.

Finanziamenti e strumenti semplificativi per un sistema più efficace

Per sostenere il Bonus anziani 2026, sono stati stanziati ulteriori 250 milioni di euro, che si aggiungono ai fondi già disponibili. L’effettivo utilizzo delle risorse dipenderà dall’allargamento dei requisiti e dall’aumento delle domande da parte delle famiglie italiane.

In parallelo, il Ministero della Salute sta lavorando all’introduzione di una valutazione multidimensionale unificata, uno strumento che dovrebbe semplificare le procedure burocratiche e velocizzare l’erogazione sia degli interventi economici sia di quelli sanitari.

Infine, il Piano nazionale per la famiglia 2025-2027, attualmente in preparazione presso il Dipartimento per le pari opportunità, prevede ulteriori azioni di inclusione sociale per gli over 65, con particolare attenzione al rafforzamento delle reti territoriali e al sostegno alle famiglie.

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