Le decisioni sul tema della pensione anticipata a 64 anni per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 dipenderanno dall’andamento economico.
Nel dibattito sulla riforma delle pensioni che il Governo italiano sta preparando in vista della prossima legge di Bilancio, emerge con forza la possibilità di un significativo cambiamento per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996.
Tra le ipotesi allo studio, infatti, si valuta di estendere la possibilità di accedere alla pensione anticipata a 64 anni anche a questa categoria di lavoratori, modificando così l’attuale normativa che limita questa opzione ai soli “contributivi puri”.
Pensione anticipata a 64 anni: novità per i lavoratori ante 1996
Attualmente, la pensione anticipata a 64 anni è riservata ai lavoratori che hanno iniziato l’attività lavorativa dopo il 1° gennaio 1996, ossia ai cosiddetti contributivi puri.
Questi possono andare in pensione con un anticipo di tre anni rispetto alla pensione di vecchiaia, ma solo se rispettano requisiti stringenti, tra cui almeno 25 anni di contributi e un assegno pensionistico minimo pari a un multiplo dell’Assegno Sociale (almeno 3 volte, con soglie ridotte per donne con figli). Nel 2025, tali soglie corrispondono rispettivamente a circa 21.000 euro, 19.600 euro e 18.200 euro annui.
La novità allo studio prevede che anche chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 possa accedere alla pensione anticipata a 64 anni, ma con una importante condizione: il calcolo dell’assegno pensionistico sarà esclusivamente contributivo, anche se si tratta di lavoratori con carriere “miste”.
Questo consentirebbe l’uscita anticipata, ma con assegni generalmente più bassi rispetto al calcolo retributivo o misto, rendendo più difficile il raggiungimento delle soglie economiche richieste.
Incentivi e strumenti per anticipare il pensionamento
Parallelamente, cresce l’attenzione verso strumenti previdenziali integrativi che possono consentire un’uscita anticipata dal mondo del lavoro, come il fondo pensione. Chi ha accumulato risparmi consistenti in un fondo pensione può usufruire di due modalità principali:

- Riscatto anticipato: con la cessazione dell’attività lavorativa e la certificazione dello stato di disoccupazione, è possibile riscattare il capitale accumulato in un’unica soluzione. Tuttavia, in caso di riscatto per inoccupazione inferiore a 12 mesi, si perde la tassazione agevolata e si applica una tassazione ordinaria del 23%.
- Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA): un’opzione che consente di ricevere una rendita a rate dal fondo pensione prima dell’età pensionabile pubblica. Per accedere alla RITA è necessario aver maturato almeno 20 anni di contributi, aver aderito a un fondo pensione da almeno cinque anni e non essere più occupati. La tassazione sulla RITA è agevolata e varia dal 15% al 9% in base agli anni di permanenza nel fondo.
Questi strumenti offrono una soluzione concreta per chi intende anticipare il pensionamento, mantenendo un tenore di vita adeguato.
Strategie previdenziali: risparmio e investimenti fondamentali
A fronte di un sistema previdenziale pubblico sempre più rigido, con età pensionabili che tendono a salire, la pianificazione finanziaria personale diventa cruciale. È importante accumulare risparmi e investire in modo strategico durante la carriera lavorativa – anche attraverso versamenti volontari nei fondi pensione – per garantirsi un reddito adeguato e, possibilmente, anticipare l’uscita dal lavoro.
Il Servizio INPS “La mia pensione futura” permette ai lavoratori di simulare l’importo della pensione e valutare scenari diversi in base a età, contributi e retribuzione, aiutando a pianificare con anticipo la propria uscita dal mondo del lavoro.