Il governo annuncia un incremento di 20 euro mensili sulle pensioni minime dal 2026, con rivalutazioni ordinarie e straordinarie per sostenere il potere d’acquisto dei pensionati.
In vista della legge di Bilancio 2026, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha annunciato un significativo aumento delle pensioni minime, che scatterà a partire dal prossimo anno. Durante la conferenza stampa di presentazione del documento economico-finanziario, il ministro ha confermato un incremento di 20 euro mensili per chi percepisce l’assegno INPS più basso, un intervento che punta a rafforzare il potere d’acquisto dei pensionati dopo anni di rivalutazioni contenute.
Pensioni minime 2026: le novità annunciate da Giorgetti
Il prossimo anno si prevede un aumento complessivo delle pensioni minime che potrebbe portare l’importo massimo mensile a circa 636,67 euro, vale a dire 20 euro in più rispetto al 2025, quando il valore massimo si attestava a 616,67 euro. Questo risultato si otterrebbe grazie a una combinazione tra la rivalutazione ordinaria legata all’inflazione, stimata tra l’1,6% e l’1,7%, e una rivalutazione straordinaria che, secondo le ipotesi più accreditate, potrebbe essere quasi raddoppiata rispetto al previsto 1,5%, arrivando a circa il 3,7-3,8%.

Un aspetto cruciale è la distinzione tra i due meccanismi di rivalutazione:
- La rivalutazione ordinaria è un adeguamento automatico degli assegni all’aumento del costo della vita, calcolato sull’indice Istat dei prezzi al consumo.
- La rivalutazione straordinaria, introdotta dal governo Meloni, rappresenta un incremento aggiuntivo volto a sostenere le pensioni più basse.
Tra il 2024 e il 2025, il trattamento minimo è passato da 598,61 euro a 603,40 euro al mese grazie alla rivalutazione ordinaria dello 0,8%, a cui si è aggiunta una rivalutazione straordinaria del 2,2%. Questo ha portato a un aumento effettivo di circa 2 euro mensili, una cifra inferiore ai 6 euro menzionati in alcune dichiarazioni pubbliche.
Nel 2026, secondo le anticipazioni, il governo potrebbe dunque intervenire con un potenziamento della rivalutazione straordinaria, andando oltre le previsioni della precedente legge di Bilancio e raggiungendo così la cifra di 20 euro di aumento mensile.
L’incremento interesserà principalmente le pensioni sociali e i trattamenti minimi. L’INPS, con il messaggio 613 del 18 febbraio 2025, ha aggiornato le tabelle relative alla rivalutazione delle pensioni e delle prestazioni assistenziali, fissando per il 2025 un indice di rivalutazione provvisorio dello 0,8% e stabilendo le fasce di adeguamento in base all’importo percepito:
- 100% di rivalutazione per pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo (fino a 2.394,44 euro)
- 90% per pensioni tra quattro e cinque volte il minimo
- 75% per pensioni superiori a cinque volte il minimo
Per il 2026, l’introduzione di un aumento di 20 euro mensili rappresenta un segnale netto di attenzione verso i pensionati con assegni più bassi, un segmento che negli ultimi anni ha visto rivalutazioni spesso insufficienti a compensare l’inflazione reale.
Le pensioni sociali e gli assegni sociali sono anch’essi soggetti a rivalutazione secondo l’indice generale, mentre le prestazioni per invalidi civili, ciechi e sordomuti beneficeranno di un aumento dell’1,6% rispetto al 2024.