Pensioni, brutte notizie per chi riceve l'Assegno di Inclusione: l'INPS si riprende questi soldi

L’attenzione resta alta, dunque, su come verranno gestite in futuro queste integrazioni e se potranno essere introdotte modifiche normative.

Nuovi sviluppi per chi beneficia dell’Assegno di Inclusione (ADI) e percepisce anche la quattordicesima mensilità sulla pensione. L’INPS ha infatti avviato una pratica che prevede il recupero di quanto erogato a luglio a titolo di quattordicesima, riducendo di conseguenza l’importo mensile dell’ADI.

Questa decisione sta creando confusione e preoccupazione tra molti pensionati con redditi bassi e nuclei familiari in condizioni di fragilità economica.

L’INPS recupera la quattordicesima dall’Assegno di Inclusione: come funziona

Lo scorso luglio milioni di pensionati hanno ricevuto la quattordicesima mensilità, un riconoscimento economico annuale rivolto a chi percepisce pensioni entro specifici limiti di reddito.

Questa misura interessa principalmente chi ha pensioni basse, chi beneficia dell’integrazione al minimo o delle maggiorazioni sociali, e i nuclei familiari titolari dell’Assegno di Inclusione.

Tuttavia, per i beneficiari dell’ADI, la quattordicesima non rappresenta un guadagno aggiuntivo. L’INPS, infatti, la considera come reddito aggiuntivo e la “recupera” riducendo l’importo dell’Assegno di Inclusione. In pratica, il sussidio viene decurtato in modo da compensare quanto erogato a luglio, portando a un abbassamento netto della somma mensile percepita.

Un caso emblematico è quello di un pensionato vedovo con invalidità, che con una pensione di 600 euro vive insieme a una figlia anch’essa invalida e beneficiaria dell’ADI. Dopo aver presentato domanda per il rinnovo del sussidio, ha visto l’importo mensile passare da 404 a 359 euro proprio a causa dell’inclusione della quattordicesima nel calcolo del reddito familiare.

Perché la quattordicesima incide sull’Assegno di Inclusione

Il meccanismo alla base di questa riduzione è legato alla modalità con cui l’Assegno di Inclusione integra il reddito familiare. Non si tratta di un contributo fisso, bensì di una integrazione che serve a raggiungere una soglia minima di reddito annuo stabilita dalla normativa.

Nel 2025, ad esempio, un singolo beneficiario deve avere un reddito inferiore a 6.500 euro annui per poter accedere all’ADI; questa soglia varia in base alla composizione del nucleo familiare, attraverso la cosiddetta scala di equivalenza.

L’impatto sui pensionati – impresamia.com

La regola è chiara: ogni euro di reddito in più determina una riduzione pari dell’Assegno di Inclusione. Ciò significa che, se un pensionato percepisce una mensilità aggiuntiva come la quattordicesima, questa viene conteggiata nel reddito annuo e sottratta proporzionalmente dall’ADI.

Nel caso specifico, l’INPS ha suddiviso la quattordicesima di 546 euro su 12 mesi, valutando così un incremento di reddito mensile di circa 45 euro che ha portato a una riduzione analoga dell’Assegno di Inclusione.

Impatti pratici per i pensionati e i beneficiari dell’Assegno di Inclusione

Questa modalità di calcolo, pur rispettando le regole di integrazione al reddito, può rappresentare una difficoltà per molti beneficiari. La percezione di un beneficio come la quattordicesima, infatti, viene “neutralizzata” dall’INPS attraverso la riduzione del sussidio, con conseguente diminuzione del sostegno complessivo percepito.

La situazione evidenzia come, nonostante la presenza di più forme di sostegno rivolte alle fasce più deboli, il meccanismo di integrazione al reddito può in alcuni casi comportare effetti apparentemente paradossali, con un impatto limitato sull’effettivo miglioramento della condizione economica delle famiglie più vulnerabili.

Nel frattempo, i pensionati e i nuclei familiari interessati devono fare i conti con questa riduzione automatica dei loro benefici assistenziali, che rischia di comprimere ulteriormente il loro già fragile bilancio economico.

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