Pensione, rischi di prendere solo 300 euro al mese se fai parte di questa categoria di lavoratori: controlla subito!

Per invertire questa tendenza è fondamentale incentivare la regolarizzazione del lavoro domestico.

Un allarme significativo arriva dall’INPS riguardo a una categoria di lavoratori particolarmente fragile sotto il profilo pensionistico: coloro che operano nel settore del lavoro domestico, in particolare colf e badanti.

Un fenomeno che coinvolge soprattutto lavoratrici, spesso penalizzate da rapporti di lavoro irregolari e pensioni molto basse, con assegni che in molti casi si attestano intorno ai 300 euro mensili.

Il dramma delle pensioni nel lavoro domestico

Nel corso dell’evento “Il lavoro domestico in Italia, una risorsa strategica per il welfare e l’economia”, l’INPS ha evidenziato come la diffusione del lavoro nero in questo settore continui a rappresentare un problema strutturale. Le famiglie spesso preferiscono assumere senza un regolare contratto per evitare i costi elevati dei contributi previdenziali, nonostante i rischi sanzionatori previsti dalla legge. Questa situazione si traduce in una mancanza di tutele immediate per i lavoratori e, soprattutto, in vuoti contributivi che determinano pensioni ridotte.

Il sistema di calcolo contributivo dell’assegno pensionistico aggrava la situazione: periodi di lavoro non coperti da contributi causano un drastico abbassamento dell’importo finale. Ne deriva che molti colf e badanti possono contare su pensioni al di sotto del minimo legale, configurando così il fenomeno delle cosiddette “pensioni da fame”.

Dati aggiornati sul lavoro domestico e la regolarizzazione

Il trend di regolarizzazione, che durante la pandemia aveva mostrato segnali di ripresa grazie anche a provvedimenti come il decreto Rilancio, è nuovamente in calo. Nel 2024, infatti, i lavoratori domestici regolarmente iscritti all’INPS sono stati 817.403, con un decremento del 3% rispetto all’anno precedente. Un dato preoccupante che conferma la difficoltà di superare il lavoro sommerso.

La composizione del settore vede una prevalenza femminile schiacciante: le donne rappresentano l’89% del totale, con 726.589 lavoratrici contro 90.814 uomini. Nel 2024, per la prima volta, le badanti superano numericamente le colf (50,5% contro 49,5%). La maggior parte dei lavoratori domestici regolari è straniera (68,6%), proveniente soprattutto dall’Est Europa, dal Nord Africa e dall’America Latina. La Lombardia è la regione con il maggior numero di lavoratori stranieri regolari (126 mila), seguita da Lazio (92 mila) ed Emilia-Romagna (56 mila). La Sardegna registra la percentuale più bassa di stranieri in questo settore, solo il 18%.

Pensioni bassissime e rischio povertà

Il reddito medio annuo di colf e badanti si attesta intorno ai 7.500-7.800 euro, un livello che già di per sé rende difficile accumulare un montante contributivo significativo. La conseguenza diretta sono assegni pensionistici estremamente modesti: molti percepiscono pensioni comprese tra 200 e 300 euro al mese. Maria Luisa Gnecchi, consigliera di amministrazione dell’INPS, ha sottolineato come il crescente peso del sistema contributivo rischi di aggravare ulteriormente questa situazione nei prossimi anni.

Questi assegni così bassi spingono molti ex lavoratori domestici a dipendere da misure assistenziali statali, come l’APE Sociale, con un evidente impatto sul welfare pubblico. 

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