Questa ipotesi di modifica IRPEF è al momento in fase di studio e potrebbe rappresentare una delle novità fiscali più rilevanti.
Pensioni più ricche nel 2026: si profila un significativo aumento mensile che potrebbe raggiungere fino a 120 euro netti per molti pensionati italiani.
Questa prospettiva nasce dall’evoluzione della normativa fiscale e dal possibile intervento su uno dei principali tributi che gravano sugli assegni pensionistici, l’IRPEF.
Pensioni 2026: aumenti legati all’inflazione e oltre
Ogni anno a gennaio, gli incrementi pensionistici arrivano tramite la perequazione, un meccanismo che adegua le pensioni all’inflazione per tutelarne il potere d’acquisto. Tuttavia, questi aumenti sono spesso modesti perché la legge prevede una rivalutazione piena solo sulla quota di pensione fino a circa 28.000-30.000 euro annui. Oltre questa soglia, la perequazione si applica in percentuali ridotte (90% fino a 5 volte il minimo, poi 75% oltre).
Gli incrementi dovuti all’inflazione sono quindi limitati e raramente superano poche decine di euro al mese, specialmente per i trattamenti medio-alti.
Le novità fiscali che potrebbero incrementare la pensione netta fino a 120 euro
Il vero salto di qualità potrebbe arrivare dalla riforma dell’IRPEF, l’imposta sul reddito delle persone fisiche che colpisce anche i pensionati. Nel 2024, il sistema fiscale italiano ha già visto una riduzione degli scaglioni IRPEF da quattro a tre, con un’estensione della fascia a aliquota ridotta al 23% fino a 28.000 euro di reddito.

Ora, il governo sta valutando un ulteriore intervento che potrebbe modificare il secondo scaglione, attualmente al 35% per redditi da 28.000 a 50.000 euro, portandolo al 33% e contemporaneamente estendendo la fascia massima tassata a questa aliquota da 50.000 a 60.000 euro. Di conseguenza:
- la parte di pensione compresa tra 28.000 e 50.000 euro verrebbe tassata al 33% anziché al 35%;
- la parte tra 50.000 e 60.000 euro, oggi soggetta al 43%, scenderebbe anch’essa al 33%.
Questo intervento fiscale si tradurrebbe in un risparmio netto per i pensionati con assegni medio-alti, con un aumento complessivo di circa 1.440 euro l’anno, equivalenti a circa 120 euro in più al mese.
Chi beneficia del taglio IRPEF sulle pensioni
Va sottolineato che questa misura non interesserebbe le pensioni più basse, che si collocano sotto la soglia di 15.000 euro annui, bensì i trattamenti maggiori, che già oggi si trovano a pagare imposte più elevate. Il taglio dell’aliquota si configura come un incentivo fiscale che arriva direttamente sul netto percepito, andando ben oltre i tradizionali aumenti legati alla perequazione.
Il vantaggio fiscale per i pensionati con redditi tra 28.000 e 60.000 euro si traduce in un incremento sostanziale del potere d’acquisto, più significativo rispetto ai piccoli adeguamenti annuali basati sull’inflazione.