Pensione anticipata, il trucco dei 56 e 61 anni: l’anzianità INPS diventa la chiave di tutto

 

Nel panorama previdenziale esiste una particolare misura di pensionamento anticipato che consente di andare in pensione molto prima rispetto.

Questa possibilità riguarda soprattutto le donne che possono accedere al pensionamento già a 56 anni e gli uomini a 61 anni, ma è riservata a condizioni molto specifiche e spesso fraintese.

In questo articolo approfondiamo i requisiti fondamentali per accedere a questa pensione anticipata, con un’attenzione particolare al ruolo dell’anzianità contributiva INPS e al tipo di invalidità riconosciuta, chiarendo i dubbi più comuni che emergono tra i lavoratori interessati.

Alla base di questa misura anticipata, che si colloca ben al di sotto dell’età pensionabile standard, c’è un requisito imprescindibile legato all’invalidità specifica riconosciuta dal sistema previdenziale. È infatti fondamentale distinguere tra invalidità civile e invalidità pensionabile:

  • Invalidità civile: riguarda una riduzione generica della capacità lavorativa, cioè una difficoltà a svolgere qualsiasi attività lavorativa a causa di patologie;
  • Invalidità specifica o pensionabile: indica invece una riduzione della capacità lavorativa riferita alle mansioni che il lavoratore svolgeva, ed è questa la condizione necessaria per poter usufruire della pensione anticipata.

Per accedere al trattamento pensionistico anticipato è necessario inoltre soddisfare questi requisiti minimi:

  • possedere almeno l’80% di invalidità specifica certificata;
  • avere raggiunto l’età di 56 anni per le donne e di 61 anni per gli uomini;
  • vantare un’anzianità contributiva di almeno 20 anni versati all’INPS.

Va inoltre considerato che la decorrenza della pensione è soggetta a una finestra mobile di 12 mesi, che può ritardare l’effettivo inizio del trattamento, ma ciò nonostante l’età di uscita è molto più bassa rispetto agli standard ordinari previsti per la pensione di vecchiaia.

Chi può accedere e chi è escluso dalla pensione anticipata per invalidità

Un elemento decisivo per capire se si ha diritto a questa pensione anticipata è la data di iscrizione al sistema previdenziale, che fa da discrimine tra “vecchi iscritti” e “nuovi iscritti”.

  • I vecchi iscritti sono coloro che hanno iniziato a versare i contributi prima del 31 dicembre 1995. Per questi lavoratori rimane valida la possibilità di accedere alla pensione anticipata con invalidità a 56 o 61 anni.
  • I cosiddetti contributivi puri, cioè coloro che hanno cominciato a lavorare e versare contributi dal 1996 in poi, sono invece esclusi da questa misura, poiché il sistema contributivo ha sostituito quello retributivo a seguito della riforma Dini.

Inoltre, la pensione anticipata con invalidità non è estesa a tutte le categorie di lavoratori:

  • Sono esclusi i lavoratori autonomi, che non rientrano nell’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria) INPS;
  • Sono esclusi anche i dipendenti pubblici, per i quali non sono previste analoghe misure di pensionamento anticipato per invalidità;
  • La misura è quindi riservata ai lavoratori dipendenti del settore privato iscritti all’AGO o ai fondi pensionistici sostitutivi.

Un’altra condizione imprescindibile consiste nella cessazione del rapporto di lavoro: la domanda di pensione può essere presentata solo se il lavoratore ha già interrotto il proprio rapporto di lavoro dipendente al momento della richiesta.

Spesso i lavoratori si trovano confusi di fronte a questa misura, come testimoniano le richieste di chiarimento ricevute. Un caso tipico è quello di un lavoratore con invalidità riconosciuta al 90% che, pur avendo superato i 60 anni e con 20 anni di contributi, si sente dire dai patronati che non può usufruire della pensione anticipata. In molti casi, infatti, la mancata conoscenza dei requisiti specifici e delle esclusioni porta a informazioni discordanti e a una percezione errata delle possibilità effettive di pensionamento.

È fondamentale sottolineare che per questa pensione anticipata non basta avere un’invalidità civile certificata o un’anzianità contributiva minima, ma occorre che l’invalidità sia riconosciuta in modo specifico e che l’anzianità contributiva sia antecedente al 1996. Se la contribuzione è iniziata dopo quella data, anche in presenza di invalidità elevata, la misura non è applicabile.

Inoltre, la pensione anticipata con invalidità riguarda solo i lavoratori del settore privato e non i dipendenti pubblici, per i quali esistono altre forme di tutela e pensionamento, ma non questa specifica misura.

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