Pensionati sotto shock, la richiesta ufficiale: l’INPS chiede indietro le somme, scatta la corsa per mettersi in regola

Un allarme crescente coinvolge migliaia di pensionati italiani che rischiano di perdere definitivamente la propria pensione.

Questa situazione, che sta generando un vero e proprio shock nella categoria, riguarda in particolare chi riceve prestazioni previdenziali legate al reddito e non ha ottemperato agli obblighi di comunicazione reddituale imposti dall’INPS.

L’INPS ha messo in evidenza che la mancata trasmissione annuale dei dati relativi ai redditi percepiti rappresenta un grave problema per la verifica del diritto alle prestazioni.

Le pensioni di ottobre saranno più basse?
Il nodo della comunicazione reddituale e le conseguenze per i pensionati-impresamia.com-

 

In particolare, i pensionati che non presentano regolarmente la dichiarazione dei redditi tramite modello 730 o modello Redditi non forniscono all’istituto previdenziale le informazioni indispensabili per confermare il diritto alle prestazioni economiche.

Il mancato invio di tali dati scatena un meccanismo a cascata: prima la sospensione temporanea dell’erogazione, seguita dalla revoca definitiva della pensione e dalla richiesta di restituzione degli importi già corrisposti negli anni precedenti.

Il fatto che l’INPS abbia iniziato ad adottare queste misure già dall’estate scorsa ha portato molti pensionati a correre ai ripari, ma la scadenza del 19 settembre 2025 rappresenta una data cruciale.

Il 19 settembre è il termine ultimo per presentare la comunicazione relativa ai redditi percepiti nel 2021, anno per cui molti pensionati risultano ancora inadempienti. Dopo questa data, l’INPS non potrà che procedere con la revoca definitiva delle pensioni per chi non avrà effettuato la regolarizzazione.

Va sottolineato che il procedimento non si limita a fermare l’erogazione futura della pensione: l’istituto previdenziale recupererà anche tutte le somme già corrisposte in modo indebito, calcolando l’importo spettante in base ai redditi dichiarati.

Questo significa che chi non provvederà entro il termine indicato rischia di trovarsi senza pensione a partire dal mese di ottobre e con un debito significativo nei confronti dell’INPS.

Le prestazioni pensionistiche interessate da questo provvedimento sono quelle che dipendono strettamente dalla situazione reddituale del beneficiario. Tra queste figurano l’integrazione al trattamento minimo, la maggiorazione sociale, la quattordicesima mensilità, l’importo aggiuntivo e le disposizioni riguardanti l’incumulabilità tra pensioni ai superstiti e assegni ordinari di invalidità.

Un chiaro segnale di quanto stia per accadere è stato l’applicazione, a partire da luglio 2025, di una trattenuta pari al 5% sull’importo mensile delle pensioni per chi non ha presentato la dichiarazione reddituale.

Questa trattenuta, indicata nel cedolino come “Trattenuta per mancata comunicazione reddito art. 35, comma 10 bis, d.l. 207/2008”, è comparsa sulle buste paga di agosto e settembre come ultimo avviso prima dell’avvio delle procedure di revoca definitiva.

Per evitare la revoca e la restituzione delle somme, i pensionati coinvolti devono procedere con urgenza alla ricostituzione reddituale richiesta dall’INPS. Questa consiste nell’invio della documentazione comprovante i redditi percepiti nel 2021, necessaria all’istituto per verificare la correttezza delle prestazioni erogate in base alla reale situazione economica.

I soggetti obbligati a questa comunicazione sono stati più volte avvisati dall’INPS tramite lettere, solleciti e comunicazioni inviate principalmente tramite PEC o email. Chi non avesse ricevuto o non avesse conservato tali comunicazioni può comunque recuperarle facilmente accedendo all’area riservata MyINPS sul sito ufficiale dell’istituto previdenziale.

È fondamentale che la regolarizzazione venga effettuata entro il 19 settembre 2025, poiché oltre questa data non sarà più possibile evitare la revoca. Il mancato rispetto della scadenza comporterà l’interruzione dell’erogazione della pensione e l’avvio delle procedure di recupero crediti da parte dell’INPS, con pesanti ripercussioni economiche per i pensionati coinvolti.

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