Si auspica un miglioramento affinché il diritto all’apertura del conto corrente sia accompagnato da una reale accessibilità e comprensibilità.
Una svolta legislativa importante per l’accesso ai servizi bancari in Italia: il conto corrente diventa un diritto garantito per tutti i cittadini, con nuove regole che obbligano gli istituti di credito a non negarne l’apertura, se non in casi rigorosamente motivati e circoscritti.
La Commissione Finanze della Camera ha approvato un disegno di legge che sancisce in modo chiaro e vincolante che le banche non possono rifiutare l’apertura di un conto corrente a chiunque ne faccia richiesta, se non per ragioni legate al rispetto delle normative nazionali ed europee contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo. In tali casi, l’istituto di credito deve fornire una motivazione scritta entro dieci giorni dalla richiesta.
Il diritto incontrovertibile al conto corrente
Questa misura nasce dalla consapevolezza che il conto corrente è ormai uno strumento imprescindibile per la vita quotidiana: indispensabile per ricevere stipendi o pensioni, effettuare pagamenti tracciabili, beneficiare di agevolazioni fiscali come detrazioni e deduzioni, e garantire una partecipazione piena alla vita economica e sociale.
Non poter accedere a un conto corrente significa spesso dover limitarsi all’uso del contante, con tutte le difficoltà e i rischi che ne derivano.
Il senatore Armando Siri, promotore della legge, ha sottolineato come l’inclusione finanziaria sia oggi parte integrante del diritto di cittadinanza. Senza conto corrente, infatti, è impossibile ricevere pagamenti fondamentali o adempiere agli obblighi fiscali, creando una condizione di esclusione sociale e finanziaria.
Nuove regole per la gestione e il recesso dal conto
Il testo legislativo stabilisce anche che la banca non può recedere dal contratto di conto corrente, sia a tempo determinato che indeterminato, se il conto è in attivo, a meno che il recesso non sia motivato da ragioni legate alla normativa antiriciclaggio e antiterrorismo. Questo significa che, se il saldo è positivo, il cliente ha una tutela più forte e non può vedersi chiudere improvvisamente il conto.

Nel caso in cui il conto presenti un saldo negativo, ad esempio per mancanza di accrediti o inattività, la banca può recedere dal contratto. Questo equilibrio mira a tutelare sia il consumatore sia l’istituto bancario, mantenendo però fermo il principio della non discriminazione nell’accesso ai servizi finanziari.
Trasparenza e costi dei conti correnti: una sfida ancora aperta
Nonostante il passo avanti legislativo, permangono criticità legate alla trasparenza sui costi di gestione dei conti correnti. Un’analisi recente di segugio.it evidenzia come molte banche non rendano facilmente accessibili e comprensibili le informazioni sui costi nelle pagine principali dei loro siti, relegando spesso i dettagli contrattuali alle sezioni “Trasparenza” o simili, rendendo complessa la comparazione tra le offerte.
Questa mancanza di chiarezza crea un ostacolo per i consumatori, che non sempre riescono a valutare con immediatezza le condizioni economiche dei vari conti correnti, rischiando di scegliere soluzioni meno convenienti o con costi nascosti.