Non sono più soltanto le infrazioni al Codice della Strada a far scattare le multe nei Comuni italiani: gli esempi.
Negli ultimi anni, molte amministrazioni locali hanno esteso il campo delle sanzioni a comportamenti quotidiani legati alla manutenzione delle proprietà private e alla gestione degli spazi pubblici, generando una vera e propria “pioggia di sanzioni” che riguarda rifiuti, animali, siepi e persino case sfitte. Gli enti locali, spesso alle prese con bilanci in difficoltà, hanno adottato un approccio sempre più rigoroso verso la regolamentazione di piccoli aspetti della vita civile, trasformando la normale amministrazione in una fonte di entrate.
Oggi, infatti, non si rischia più soltanto una multa per aver superato i limiti di velocità o per aver lasciato scadere il parcheggio, ma anche per aver trascurato la cura del proprio giardino o per comportamenti ritenuti incivili come non raccogliere le deiezioni del proprio animale domestico. Ad esempio, a Belluno è prevista una multa fino a 200 euro per chi non pota le siepi che invadono i marciapiedi o non mantiene in ordine il verde privato. L’obiettivo ufficiale è garantire la sicurezza stradale e il decoro urbano, ma molti osservatori vedono in queste misure un nuovo modo di incrementare le entrate comunali, spesso a scapito del cittadino poco informato.
Anche la gestione dei rifiuti è diventata un terreno fertile per le sanzioni. A Palermo, ad esempio, sono stati multati quindici cittadini per aver abbandonato i rifiuti fuori dagli orari stabiliti dal regolamento comunale, con multe che variano tra i 25 e i 166 euro. La sorveglianza è affidata alla Polizia Locale, ma spesso sono i vicini stessi a segnalare comportamenti scorretti, facendo sì che i quartieri si trasformino in veri e propri “occhi indiscreti”.
Case sfitte e possessori di animali
Un tema che sta suscitando ampio dibattito riguarda le case sfitte. A Torino è allo studio un emendamento che prevede sanzioni per chi lascia sfitti più di cinque immobili di proprietà, misura già adottata in città come Genova e Milano. L’intento è contrastare la speculazione immobiliare e incentivare la messa a reddito degli appartamenti vuoti.
Tuttavia, questa proposta suscita molte perplessità dal punto di vista giuridico: secondo alcuni esperti, multare un proprietario per non affittare un immobile potrebbe violare il diritto di proprietà sancito dall’articolo 832 del Codice Civile, che garantisce pieno controllo e utilizzo del bene. Nonostante ciò, i Comuni sembrano intenzionati a procedere inserendo queste sanzioni nei nuovi regolamenti edilizi, aprendo la strada a un possibile “obbligo” fiscale mascherato da politica di interesse pubblico.

Anche i possessori di animali domestici sono finiti nel mirino delle amministrazioni. A Terni, ad esempio, chi porta a spasso il proprio cane deve avere con sé una bottiglietta d’acqua per pulire eventuali pipì del proprio animale. Le multe, inizialmente fissate a 600 euro, sono state ridotte a un massimo di 480 euro per rispettare il limite previsto dall’articolo 7 bis del Testo Unico degli Enti Locali (T.U.E.L.). La finalità dichiarata è migliorare l’igiene urbana e ridurre i cattivi odori, ma anche questa norma ha sollevato diverse polemiche.
Come difendersi dalle multe comunali “creative”
Per evitare di incorrere in sanzioni inattese, è fondamentale che ogni cittadino si informi con attenzione sulle ordinanze del proprio Comune. Le norme sul decoro urbano, la raccolta differenziata e la gestione del verde privato sono spesso poco pubblicizzate ma possono comportare multe anche salate se ignorate.
Il consiglio è consultare regolarmente il sito ufficiale del proprio Comune e leggere i regolamenti aggiornati, perché le regole variano sensibilmente da città a città e talvolta anche da quartiere a quartiere. Inoltre, non tutte le multe sono necessariamente legittime: in caso di sanzione, è possibile presentare ricorso al Giudice di Pace entro 30 giorni dalla notifica, come previsto dall’articolo 204 bis del Codice della Strada, oppure al Prefetto entro 60 giorni.
Questa nuova realtà impone ai cittadini un’attenzione più scrupolosa non solo verso il rispetto del Codice della Strada, ma anche nei confronti di una molteplicità di norme comunali che, se trascurate, possono trasformarsi in veri e propri “salassi” per le tasche degli italiani.