Morso da un cane randagio, a chi devo chiedere il risarcimento? Cosa devi fare subito e cosa dice la legge

Un morso da un cane randagio può trasformarsi in un vero e proprio incubo legale per la vittima, soprattutto quando si tratta di ottenere un risarcimento.

A differenza degli episodi in cui il cane ha un proprietario identificabile, la responsabilità civile per i danni causati da un animale senza padrone si configura in modo molto più complesso.

Questo articolo approfondisce cosa fare immediatamente dopo l’aggressione, come funziona la normativa vigente e quali sono i criteri per chiedere un risarcimento alla Pubblica Amministrazione.

La responsabilità della Pubblica Amministrazione per il morso di un cane randagio

Quando si subisce un morso da parte di un cane randagio, è normale chiedersi se il Comune o l’ASL siano tenuti a risarcire il danno. Tuttavia, a differenza dei casi in cui il cane ha un proprietario, la responsabilità della Pubblica Amministrazione non è automatica né si basa su una responsabilità oggettiva.

Morso da cane randagio rischi e conseguenze
La responsabilità della Pubblica Amministrazione per il morso di un cane randagio-impresamia.com

Infatti, per i danni causati da animali in generale, l’articolo 2052 del Codice Civile prevede la responsabilità del proprietario indipendentemente da colpa, ma nel caso dei randagi, che non hanno un padrone, tale norma non si applica.

In questi casi, si fa riferimento all’articolo 2043 del Codice Civile, che disciplina la responsabilità per fatto illecito. Ciò significa che la vittima deve dimostrare non solo il danno subito e che sia stato effettivamente un cane randagio a cagionarlo, ma anche la colpa specifica dell’ente pubblico. Si tratta di un onere probatorio molto più gravoso rispetto a una semplice responsabilità oggettiva.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16788 del 2025, ha fornito indicazioni fondamentali per chi intende ottenere un risarcimento in questi casi. Secondo la Suprema Corte, devono essere rispettati tre criteri essenziali:

  1. Dimostrare l’omissione della Pubblica Amministrazione: Non basta affermare che il morso è stato causato da un cane randagio. La persona danneggiata deve provare che l’ente pubblico incaricato della prevenzione del randagismo – di norma il Comune o l’ASL, a seconda delle competenze regionali – non abbia adempiuto correttamente ai propri doveri. Questo significa dimostrare che il servizio di controllo e prevenzione dei cani vaganti era inefficiente o mal organizzato.
  2. Provare il nesso causale tra omissione e danno: Una volta accertata la colpa dell’ente, è indispensabile dimostrare che l’inefficienza o l’assenza di un adeguato servizio di controllo ha concretamente portato al danno subito. In questa fase, la Cassazione consente di ricorrere a prove presuntive, basandosi sul principio della “concretizzazione del rischio”, ovvero che l’evento dannoso fosse prevedibile e prevenibile.
  3. Accertare il danno subito: Infine, la vittima deve documentare in modo puntuale le conseguenze del morso, sia dal punto di vista fisico che morale, inclusi i costi sanitari e le eventuali ripercussioni psicologiche. Subito dopo l’aggressione, è importante adottare alcuni accorgimenti fondamentali:
  • Recarsi immediatamente al pronto soccorso per ricevere le cure necessarie e ottenere documentazione medica ufficiale sulle ferite.
  • Denunciare l’accaduto alle autorità competenti, come la Polizia Municipale o i Carabinieri, fornendo una descrizione dettagliata del cane e delle circostanze dell’aggressione.
  • Segnalare l’episodio al Comune o all’ASL, che sono gli enti preposti alla gestione del randagismo.
  • Raccogliere eventuali testimonianze di persone presenti che possono confermare i fatti.

Successivamente, per chiedere il risarcimento, è consigliabile rivolgersi a un avvocato esperto in responsabilità civile e diritto amministrativo, che possa guidare nella raccolta delle prove e nella presentazione della richiesta di risarcimento.

Il risarcimento può riguardare sia i danni materiali (spese mediche, farmaci, terapie) che quelli immateriali (sofferenza psicologica, limitazioni nella vita quotidiana). Tuttavia, senza la prova della colpa della Pubblica Amministrazione e del nesso causale, la richiesta difficilmente avrà successo.

La gestione del randagismo è un compito complesso e delicato, affidato alle istituzioni pubbliche, che devono garantire la sicurezza dei cittadini attraverso servizi di controllo efficaci. La giurisprudenza attuale sottolinea che solo in caso di evidente inefficienza o negligenza degli enti è possibile ottenere un risarcimento per i danni causati da cani senza padrone.

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