Scatta l’obbligo del contrassegno identificativo per i monopattini elettrici: ecco cosa serve, dove applicarlo e cosa si rischia se non lo si ha.
I monopattini elettrici hanno sicuramente rivoluzionato il modo di spostarsi in città. Pratici, ecologici e facili da usare, sono diventati un simbolo della mobilità urbana del futuro.Tuttavia, nonostante la loro diffusione capillare, questi mezzi hanno creato non pochi problemi: incidenti, parcheggi selvaggi e spesso comportamenti irresponsabili da parte di alcuni utenti.
Per questo motivo, il legislatore è intervenuto per regolamentare in modo più stringente l’utilizzo di questi mezzi di trasporto. La riforma del Codice della strada ha già imposto regole precise sulla sosta, vietandola sui marciapiedi salvo casi specifici. Ma ora arriva una novità importante che riguarda proprio chi possiede un monopattino: l’obbligo di dotarlo di un contrassegno identificativo.
Il nuovo decreto ministeriale introduce, infatti, un sistema di identificazione obbligatorio per tutti i monopattini elettrici. E qui arriva il punto fondamentale che non si può ignorare: se non hai questo contrassegno visibile sul tuo mezzo, rischi una multa davvero salata.
Contrassegno monopattino, cosa si rischia se non ce l’hai?
Cominciamo nel dire che il contrassegno non è una targa nel senso tradizionale, né prevede l’immatricolazione del mezzo, come avviene per auto e moto. Si tratta invece di un’etichetta plastificata che contiene un codice alfanumerico personale. Questo codice serve a identificare il proprietario o l’utilizzatore abituale del monopattino.

Il motivo di questa novità è semplice: i monopattini, fino a oggi, erano “anonimi”. In caso di infrazione o incidente, era difficile risalire al responsabile. Con l’introduzione del contrassegno, invece, le autorità potranno effettuare controlli più rapidi ed efficaci. Secondo il decreto, il contrassegno sarà rettangolare, misurerà 5×6 centimetri e avrà un codice di sei caratteri neri (lettere e numeri) su fondo bianco riflettente. Non tutte le lettere dell’alfabeto saranno usate: sono escluse quelle che potrebbero creare confusione, come A, E, I, O, Q e U.
Il contrassegno dovrà essere ben visibile sul monopattino: o sul parafango posteriore (se c’è lo spazio predisposto), oppure sul piantone dello sterzo, tra i 20 centimetri e 1,20 metri da terra. Il dettaglio non è trascurabile, perché una posizione scorretta equivale, per legge, a contrassegno “non visibile”, e quindi passibile di sanzione.Le sanzioni previste non sono leggere: da 100 a 400 euro. L’ammenda scatta nei seguenti casi:
- se si circola senza il contrassegno;
- se il contrassegno è contraffatto, alterato o non ben visibile;
- se non si comunica un cambio di residenza, poiché il contrassegno è personale e legato all’individuo, non al veicolo.
Il codice identificativo infatti è legato alla persona, non al monopattino. Questo perché i monopattini non sono iscritti al registro nazionale dei veicoli e non hanno un numero di telaio. Di conseguenza, anche se cambi mezzo, il tuo codice resta valido per quello nuovo.
Con l’introduzione di questa misura, lo Stato punta a rendere più sicuro e ordinato l’uso dei monopattini elettrici in città. Non si tratta di una stretta repressiva, ma di uno strumento utile per responsabilizzare gli utenti e tutelare tutti gli altri cittadini, soprattutto pedoni e persone con disabilità.