Questo processo rappresenta un passo avanti nell’efficienza amministrativa e nella trasparenza del sistema di welfare.
L’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando molti settori della pubblica amministrazione italiana, e tra questi anche il sistema pensionistico nazionale.
L’Inps ha recentemente annunciato l’integrazione di sistemi di intelligenza artificiale all’interno dei propri processi di controllo e gestione delle pensioni, un cambiamento che promette di migliorare l’efficienza ma che, al contempo, porta con sé possibili risvolti critici per molti pensionati.
L’Intelligenza Artificiale al servizio dell’Inps: un’evoluzione strategica
Durante la presentazione del Rapporto annuale Inps, il presidente dell’Istituto ha sottolineato come l’intelligenza artificiale sia stata adottata come una vera e propria «infrastruttura strategica» per un welfare che ambisce a essere «predittivo, inclusivo e orientato alla gestione attiva delle transizioni».
Attraverso questi sistemi avanzati, l’Inps mira a rendere più rapidi e precisi i processi previdenziali, migliorando l’esperienza dell’utente e garantendo una gestione più trasparente delle risorse pubbliche.
L’AI consente di analizzare grandi quantità di dati in tempi ridotti, individuare anomalie in tempo reale e prevenire errori futuri, portando a una maggiore affidabilità del sistema pensionistico. Questo progresso tecnologico è parte integrante del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), che ha destinato risorse significative per modernizzare le infrastrutture digitali dell’ente.
Controlli più severi: il rovescio della medaglia dell’AI
Nonostante i vantaggi, l’introduzione dell’intelligenza artificiale negli strumenti di controllo comporta anche un aumento della rigidità nei controlli sulle pensioni.
L’Inps sta infatti sfruttando queste tecnologie per effettuare verifiche retroattive più approfondite, volte a individuare somme percepite indebitamente da pensionati che, per errori o omissioni, hanno dichiarato redditi inferiori al reale o hanno usufruito di maggiorazioni non spettanti.
Tra le prestazioni più soggette a questi controlli vi sono l’integrazione al minimo, l’incremento al milione e la cosiddetta quattordicesima. Nel caso in cui emerga che il reddito effettivo supera i limiti previsti, i pensionati coinvolti saranno chiamati a restituire gli importi percepiti in eccesso, con richieste di rimborso che possono raggiungere anche diverse migliaia di euro.

La precisione dell’AI rende quindi quasi impossibile sfuggire a queste verifiche, e l’Inps ha già avviato campagne di recupero crediti, come quella riferita all’anno 2021, che prevede trattenute progressive fino al 5% sulla pensione per chi non ha ancora fornito la dichiarazione reddituale.
Le novità dei controlli Inps e le implicazioni per i pensionati
L’attuale campagna di controlli, partita con un messaggio Inps del 14 luglio 2025, ha portato all’applicazione di trattenute mensili sulle pensioni di luglio, agosto e settembre, con la minaccia di revoca definitiva delle prestazioni collegate al reddito – come la quattordicesima o l’integrazione al minimo – a partire dal 19 settembre in caso di inadempienza.
Sebbene non sia stato esplicitamente confermato l’uso dell’intelligenza artificiale in questa fase specifica, è evidente come l’Istituto stia adottando un approccio sempre più sistematico e tecnologicamente avanzato nel controllo delle prestazioni pensionistiche.
In un contesto in cui la sostenibilità del sistema pensionistico è al centro del dibattito pubblico, la digitalizzazione e l’uso dell’AI diventano strumenti cruciali per garantire la correttezza e l’equità nella distribuzione delle risorse.