La proposta di RED si inserisce dunque in un dibattito politico e sociale che guarda al futuro, cercando di coniugare innovazione ed equità.
Nel corso della 18ª International Basic Income Week, l’associazione RED – Reddito Europa Diritti ha presentato alla Camera dei Deputati la sua Proposta 2025 per il Reddito di Base, un documento che promette di rivoluzionare il dibattito italiano sull’introduzione di una forma stabile e universale di sostegno economico.
La proposta, pur non essendo ancora un disegno di legge formale, rappresenta una roadmap civica per l’istituzione di un vero e proprio Reddito di Base in Italia.
Reddito di Base INPS: caratteristiche e gestione
Secondo Mariella Vitale, vicepresidente di RED, la gestione dell’erogazione dovrebbe essere affidata esclusivamente all’INPS, eliminando la necessità di presentare domande da parte dei cittadini: sarà infatti l’ente previdenziale a individuare e contattare direttamente i beneficiari, semplificando così l’accesso al diritto.
Il Reddito di Base verrebbe considerato una misura redistributiva soggetta a Irpef progressiva, mantenendo l’attuale possibilità per i contribuenti di destinare l’otto per mille agli enti religiosi, il cinque per mille al Terzo Settore e il due per mille alle forze politiche.
Un aspetto cruciale riguarda il fatto che il gettito Irpef proveniente dal lavoro non sarà incluso tra le risorse finanziarie destinate al Reddito di Base, garantendo che la misura non pesi direttamente sulle retribuzioni da attività lavorativa.
Fonti di finanziamento e impatti fiscali
La sostenibilità economica della proposta si fonda su una pluralità di fonti di finanziamento, con un forte orientamento alla giustizia sociale e ambientale. Tra queste figurano:

- imposta patrimoniale sulla ricchezza, destinata a redistribuire risorse dai patrimoni più elevati;
- nuove tasse specifiche su intelligenza artificiale e robotica, in linea con le trasformazioni tecnologiche del mercato del lavoro;
- tassazione delle rendite finanziarie e dei beni di lusso, per colpire forme di ricchezza non direttamente legate al lavoro;
- misure mirate a scoraggiare produzioni ritenute dannose o non sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale.
Questa struttura fiscale innovativa intende infatti garantire un equilibrio tra equità e sviluppo sostenibile, puntando a una redistribuzione più efficace delle risorse.
Condizionalità del Reddito di Base e ruolo del Terzo Settore
Un elemento distintivo della proposta riguarda l’approccio alle condizionalità: l’unico requisito per accedere al Reddito di Base sarà la partecipazione a colloqui periodici con enti qualificati, finalizzati a monitorare il benessere psicofisico e le motivazioni personali dei beneficiari.
Questa misura sarà improntata non a sanzioni, ma a un modello di ascolto attivo e presa in carico, valorizzando il coinvolgimento del Terzo Settore secondo il principio di sussidiarietà.
Nel manifesto RED 2025 si esprime inoltre un appello a Papa Francesco, che in autunno pubblicherà il primo documento del suo pontificato dedicato alla povertà, auspicando un suo pronunciamento favorevole al Reddito di Base, in continuità con i precedenti interventi del Pontefice sul tema delle disuguaglianze e della giustizia sociale.
Il sostegno del Movimento 5 Stelle
Durante la conferenza stampa, il deputato Dario Carotenuto (M5S), capogruppo in Commissione Lavoro alla Camera, ha sottolineato l’urgenza di affrontare concretamente la redistribuzione della ricchezza in Italia e in Europa:
«Il tema della redistribuzione è centrale non solo per il Movimento 5 Stelle. Oggi l’Unione Europea destina risorse ingenti al riarmo, mentre milioni di cittadini affrontano una crisi di povertà. Stiamo per depositare una mozione che rilancia il tema del reddito minimo garantito: una misura necessaria non solo per l’Italia, ma per tutta Europa. Chiediamo al governo di impegnarsi concretamente.»