Si può ottenere un risparmio fiscale fino a 47,50 euro ogni anno, un aiuto concreto per chi utilizza quotidianamente il trasporto pubblico.
Con la ripresa delle attività scolastiche e lavorative, cresce l’attenzione verso le spese di mobilità sostenute da studenti, insegnanti e lavoratori. L’uso del trasporto pubblico rappresenta spesso una necessità imprescindibile, ma anche un onere economico importante.
Per questo, la normativa fiscale italiana prevede una detrazione fiscale che consente di recuperare una parte delle spese sostenute per gli abbonamenti ai mezzi pubblici.
Detrazione fiscale per gli abbonamenti al trasporto pubblico: cosa prevede la legge
Dal 2018, è possibile ottenere una detrazione d’imposta del 19% sulle spese sostenute per l’acquisto di abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale. L’importo massimo su cui calcolare la detrazione è di 250 euro annui per contribuente, con un risparmio fiscale massimo di 47,50 euro all’anno.
La detrazione è estesa anche agli abbonamenti acquistati per familiari fiscalmente a carico, permettendo ad esempio a un genitore di sommare le spese per sé e per i figli, purché la somma complessiva non superi il tetto di 250 euro annuali.
Il beneficio fiscale viene applicato secondo il principio di cassa, pertanto rileva il momento del pagamento dell’abbonamento e non il periodo di utilizzo. Ciò significa che un abbonamento pagato a dicembre 2024 e utilizzato nel 2025 potrà essere inserito nella dichiarazione dei redditi del 2025 (Modello 730/2025). Un abbonamento acquistato nel 2025 sarà invece detraibile nella dichiarazione del 2026.
Requisiti e tipologie di abbonamento ammesse alla detrazione
Non tutti i titoli di viaggio sono idonei alla detrazione fiscale. La normativa stabilisce che per accedere al beneficio l’abbonamento deve:

- Consentire spostamenti illimitati per un periodo di tempo definito, su uno stesso percorso o sull’intera rete del trasporto pubblico;
- Riguardare servizi di trasporto pubblico, ovvero gestiti da enti pubblici o da aziende private autorizzate tramite concessioni.
Sono quindi escluse le tipologie di biglietti singoli, i ticket orari anche se superiori alle 24 ore, e le carte integrate che includono servizi aggiuntivi come l’accesso a musei o eventi culturali.
La detrazione si applica agli abbonamenti relativi a autobus urbani ed extraurbani, treni regionali e interregionali, metropolitane, tram e altri mezzi pubblici che operano su percorsi e orari prestabiliti con tariffe determinate. Importante è che si tratti di un servizio collettivo e non di trasporti privati su richiesta.
Un ulteriore requisito fondamentale riguarda la modalità di pagamento: deve essere necessariamente tracciabile. Non sono quindi ammessi pagamenti in contanti, ma solo quelli effettuati con strumenti elettronici quali carte di credito, bancomat, bonifici bancari o app di pagamento riconosciute e registrabili.
Queste indicazioni sono confermate dalla Circolare n. 14/E del 2023 dell’Agenzia delle Entrate, che ha fornito chiarimenti sulle spese detraibili relative al trasporto pubblico.
Come richiedere la detrazione nella dichiarazione dei redditi
Per usufruire della detrazione, il contribuente deve conservare la documentazione comprovante l’acquisto dell’abbonamento e la relativa modalità di pagamento tracciabile. Tali documenti andranno allegati o indicati nella dichiarazione dei redditi annuale, generalmente nel Modello 730 o nel Modello Redditi Persone Fisiche.
La somma totale delle spese detraibili, comprensive degli abbonamenti acquistati per familiari a carico, non deve superare 250 euro annui per contribuente.