Questa misura rappresenta un’opportunità significativa per anticipare il pensionamento in modo legale e tutelato.
Nel panorama delle forme di pensionamento anticipato disponibili ai lavoratori dipendenti privati, emerge con sempre maggiore interesse l’istituto dell’isopensione, un’opportunità legale che consente di lasciare il lavoro già a 60 anni, a fronte di specifiche condizioni e requisiti.
Questo meccanismo, noto anche come “accordo di esodo”, è particolarmente rilevante per le aziende che si trovano a dover gestire situazioni di eccedenza di personale.
Cos’è e come funziona l’isopensione?
L’isopensione è disciplinata dall’articolo 4 della Legge n. 92 del 2012 e permette ai datori di lavoro privati con più di 15 dipendenti, in presenza di eccedenze di personale, di incentivare l’uscita anticipata dal lavoro dei lavoratori più anziani. Tale strumento consente un pensionamento fino a 7 anni prima del raggiungimento dell’età pensionabile, a patto che vi sia un accordo sindacale volto a regolare il programma di esodo.
Il datore di lavoro, a seguito dell’accordo, si impegna a corrispondere un assegno mensile al lavoratore pari all’importo della pensione che spetterebbe una volta raggiunti i requisiti previdenziali, oltre a versare all’INPS la contribuzione figurativa necessaria per completare il periodo contributivo richiesto. Il pagamento di queste somme è garantito da una fideiussione bancaria, a tutela del lavoratore.
L’anticipo massimo di uscita è stato recentemente esteso fino al 31 dicembre 2026, consentendo così di anticipare la pensione fino a 7 anni rispetto al requisito anagrafico previsto, che attualmente è di 67 anni per la pensione di vecchiaia, con alcune deroghe ancora in vigore fino alla fine del 2028. Dal 2027, tuttavia, l’anticipo tornerà a un massimo di 4 anni.
Requisiti e procedure per accedere all’isopensione
Per poter usufruire dell’isopensione, è indispensabile che il datore di lavoro presenti una richiesta all’INPS, che dovrà essere accompagnata dall’accordo sindacale che attesta la situazione di esubero. Il numero di dipendenti da considerare per valutare la sussistenza dei requisiti è dato dalla media occupazionale del semestre precedente la stipula dell’accordo, escludendo apprendisti e lavoratori con contratto di reinserimento.
Il lavoratore può aderire solo su base volontaria, firmando la domanda congiuntamente al rappresentante legale dell’azienda. L’INPS, ricevuta la comunicazione di accettazione della garanzia fideiussoria, procede alla liquidazione delle prestazioni.

Per esempio, nel 2025 è possibile usufruire dell’anticipo massimo se il lavoratore ha raggiunto almeno 60 anni e 4 mesi e, presumibilmente, percepirà la pensione di vecchiaia a 67 anni e 4 mesi nel 2031.
Vantaggi e criticità per i lavoratori
Tra gli aspetti positivi dell’isopensione spiccano la copertura contributiva totale garantita durante il periodo di esodo, la garanzia bancaria sugli importi dovuti dall’azienda, e la assenza di penalizzazioni sull’assegno mensile, che corrisponde all’effettiva pensione maturata senza riduzioni per effetto dell’anticipo.
Inoltre, il lavoratore mantiene la possibilità di svolgere un’attività lavorativa, sia dipendente che autonoma, senza limitazioni. Questo offre una flessibilità importante nel periodo di transizione verso la pensione definitiva.
Tuttavia, esistono anche alcune limitazioni: l’assegno di isopensione non è soggetto a rivalutazione automatica né aggiornamento all’inflazione, non comprende gli assegni per il nucleo familiare, e non è reversibile ai superstiti in caso di decesso durante il periodo di esodo. Inoltre, non è possibile effettuare trattenute per riscatti, ricongiunzioni o cessione del quinto sul trattamento percepito.
L’assegno viene considerato come reddito da lavoro dipendente e tassato di conseguenza secondo le modalità ordinarie. Importante sottolineare che l’iniziativa per attivare l’isopensione parte sempre dall’azienda e non dal singolo lavoratore, che può solo aderire volontariamente all’accordo.