Il 2026 si preannuncia un anno cruciale per la riforma fiscale italiana, con possibili novità importanti.
Il prossimo anno potrebbe portare con sé un incremento significativo in busta paga per una specifica fascia di lavoratori. Il governo ha infatti confermato l’intenzione di introdurre un bonus fiscale aggiuntivo nel 2026, che andrebbe a sommarsi al già previsto sgravio Irpef approvato per il 2025.
Tuttavia, questo aumento sarà riservato a chi rientra in determinate categorie di reddito, con un’attenzione particolare ai contribuenti che guadagnano tra i 50.000 e i 60.000 euro annui.
La situazione attuale e le nuove prospettive per il 2026
Nel corso della riforma Irpef del 2023, il governo aveva già lavorato per alleggerire la pressione fiscale sui redditi medio-bassi, accorpando i primi due scaglioni e introducendo un’aliquota unica del 23% per i redditi da 15.000 fino a 28.000 euro.
Questo intervento ha garantito un risparmio d’imposta pari a circa 260 euro all’anno per chi guadagna almeno 28.000 euro, traducendosi in un beneficio mensile di circa 20 euro. Tuttavia, per i redditi superiori a 50.000 euro, questa agevolazione è stata neutralizzata da una riduzione di detrazione, annullando di fatto il vantaggio fiscale.
Adesso, nel 2026, il governo sta valutando di superare questo limite, prevedendo un’estensione del taglio Irpef anche a chi percepisce un reddito compreso tra 50.000 e 60.000 euro.

Il vice ministro all’Economia, Maurizio Leo, ha sottolineato che tale misura dipenderà dalle risorse economiche disponibili per la prossima manovra finanziaria.
Come funzionerebbe il bonus per redditi medio-alti
Il nuovo intervento fiscale punta a ridurre l’aliquota attuale del 35% applicata al secondo scaglione, che copre redditi da 28.000 a 50.000 euro, portandola eventualmente al 33%. Questo comporterebbe un risparmio aggiuntivo di circa 440 euro all’anno per chi si avvicina alla soglia dei 50.000 euro.
Per i redditi tra i 50.000 e i 60.000 euro, se verranno confermati i nuovi bonus, si potrebbe arrivare a un risparmio complessivo annuo di circa 700 euro, ossia circa 53 euro in più ogni mese.
Ma l’ipotesi più rilevante riguarda l’eventuale estensione del secondo scaglione fino a 60.000 euro: in questo caso, la parte di reddito oggi tassata al 43% verrebbe assoggettata al 33%, con un risparmio fiscale stimato intorno a 1.000 euro l’anno.
Sommando tutti gli interventi, il totale del beneficio per chi guadagna poco meno di 60.000 euro potrebbe raggiungere i 1.700 euro annui, ovvero un aumento netto in busta paga di circa 130 euro al mese.
Le incognite legate alle risorse e alla manovra finanziaria
Nonostante le promesse e le intenzioni espresse, la concreta attuazione di questi bonus resta ancora in fase di definizione. La priorità del governo rimane il taglio dell’Irpef per i redditi fino a 50.000 euro, mentre per l’estensione agli altri scaglioni si attende di conoscere la disponibilità di risorse aggiuntive nella prossima legge di bilancio.
Se non verranno stanziati fondi sufficienti, potrebbe ripetersi la situazione del 2023, con l’eliminazione di detrazioni che azzerano il vantaggio fiscale per i redditi più alti. Tuttavia, in caso di esito positivo, i lavoratori con redditi medio-alti potrebbero finalmente beneficiare di un aumento sostanzioso nel netto mensile, migliorando il potere d’acquisto e il benessere economico.