Multe in aree private: quando sono valide e come difendersi? E, soprattutto quando i vigili possono sanzionare?
Trovare una multa è sempre spiacevole, ma la sorpresa può diventare sconcerto, quando la sanzione compare mentre l’auto è parcheggiata in un’area privata, un centro commerciale, il parcheggio di un aeroporto o un cortile condominiale. In questi casi la domanda è inevitabile: quella multa è davvero valida?
La risposta, tutt’altro che immediata, dipende da una serie di fattori giuridici che riguardano la natura dell’area, chi ha emesso la sanzione e quale sia la sua effettiva natura, amministrativa o contrattuale. Comprendere la differenza è essenziale per sapere se e come contestarla.
I vigili possono multarmi anche se l’auto è in area privata?
Il primo nodo da sciogliere riguarda la possibilità che il Codice della Strada si applichi anche all’interno di spazi privati. Il criterio discriminante è l’uso dell’area, non conta tanto la proprietà, quanto la destinazione al pubblico transito.

Aree private a uso pubblico, sono quelle aperte a un numero indeterminato di persone, come i parcheggi dei supermercati, gli spazi di accesso agli ospedali o le zone di sosta degli aeroporti.
In questi luoghi, benché di proprietà privata, si ritiene applicabile la normativa del Codice della Strada, poiché la circolazione avviene in modo analogo a quella su strade pubbliche. In caso di divieto di sosta segnalato correttamente, una contravvenzione emessa da un pubblico ufficiale è pienamente legittima.
Aree private a uso esclusivamente privato, la situazione cambia quando l’accesso è riservato, come in un cortile condominiale chiuso o in un garage privato. In questi casi non si parla di “circolazione pubblica”, ma di spazi sottoposti alle regole della proprietà privata. Il Codice della Strada non è applicabile, e il proprietario, pur potendo vietare la sosta, non ha alcun potere di comminare multe amministrative.
Anche quando un’area privata è considerata a uso pubblico, la validità della sanzione dipende da chi la emette. La legge stabilisce con chiarezza che solo determinati soggetti possono elevare contravvenzioni, Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale.
Al contrario, un addetto alla sicurezza di un supermercato o un vigilante privato non ha alcun potere di emettere multe in senso stretto. Se si trova un “avviso di pagamento” firmato da una società privata, è necessario capire di che tipo di atto si tratti, spesso non è una sanzione amministrativa.
Se l’avviso trovato sul parabrezza proviene da un ente pubblico (come la Polizia Locale), il cittadino può contestare la multa secondo le normali procedure del Codice della Strada, presentando ricorso al Prefetto entro 60 giorni o al Giudice di Pace entro 30 giorni. Diverso è il caso delle richieste provenienti da soggetti privati. In assenza di un vero titolo giuridico o di un contratto sottoscritto, il pagamento non è dovuto.