Genitori attenzione, a rischio il Bonus Asilo Nido 2025: il dettaglio che ti fa perdere il rimborso e come evitarlo

La raccomandazione per i genitori che intendono usufruire del Bonus Asilo Nido 2025 è quindi di prestare la massima attenzione.

Attenzione genitori: il Bonus Asilo Nido 2025 è a rischio se manca un documento fondamentale.

L’ultimo aggiornamento dalla circolare INPS n. 1165 del 4 aprile 2025 ha introdotto novità importanti che possono bloccare il rimborso, con conseguenze significative per molte famiglie italiane. Ecco cosa è cambiato e come evitare di perdere il diritto al beneficio.

Bonus Asilo Nido 2025: requisiti e novità sugli importi

Il Bonus Asilo Nido è rivolto alle famiglie con figli sotto i 3 anni che frequentano asili nido autorizzati, sia pubblici che privati. Il contributo è accessibile anche per minori nati, adottati o in affido temporaneo, nonché per bambini con gravi patologie croniche che richiedono assistenza domiciliare.

Per beneficiare del Bonus, le famiglie devono rispettare condizioni precise:

  • essere residenti in Italia;
  • avere un figlio a carico che non abbia compiuto 3 anni o che li compia entro l’anno solare;
  • essere cittadini UE o titolari di permesso di soggiorno regolare;
  • presentare l’ISEE minorenni, che certifica la situazione economica del nucleo familiare specifica per il minore.

L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) è il documento fondamentale per l’accesso a prestazioni sociali agevolate. La versione “minorenni” si applica ai genitori non conviventi o non coniugati, in modo da valutare correttamente la situazione economica del figlio nel nucleo di riferimento.

Incremento degli importi e abolizione del requisito sul secondo figlio

Nel 2025 sono stati aumentati gli importi massimi erogabili: per i bambini nati dal 1° gennaio 2024, il bonus passa da 3.000 a 3.600 euro annui per famiglie con ISEE fino a 40.000 euro. Per i nati prima del 2024, i livelli di rimborso variano così:

Il documento fondamentale – impresamia.com
  • 1.500 euro per ISEE superiore a 40.000 euro o in assenza di ISEE;
  • 2.500 euro per ISEE tra 25.001 e 40.000 euro;
  • 3.000 euro per ISEE fino a 25.000 euro.

Viene inoltre eliminato il requisito secondo cui fosse necessario un secondo figlio minore di 10 anni nel nucleo familiare per ottenere l’importo massimo, rendendo il bonus più inclusivo per le famiglie con un solo figlio.

Il documento fondamentale per non perdere il rimborso: la prova di pagamento

La novità più rilevante e meno nota riguarda le modalità di pagamento del servizio. Fino al 2023, per ottenere il bonus bastava che la spesa fosse sostenuta da uno dei genitori, indipendentemente da chi aveva presentato la domanda.

Dal 2024, invece, il pagamento deve essere effettuato dallo stesso genitore che presenta la domanda. Questa disposizione è stata introdotta per evitare frodi e garantire una maggiore trasparenza, ma sta causando notevoli difficoltà.

L’INPS applica rigorosamente questo criterio anche retroattivamente, bloccando o sospendendo i rimborsi quando non viene fornita la prova di pagamento intestata al richiedente. I documenti richiesti possono essere ricevute, bonifici o altri strumenti che attestino il versamento. Se il pagamento risulta intestato a un altro soggetto, la pratica viene annullata, con conseguente perdita del beneficio.

Questa modifica normativa, sancita nella circolare INPS n. 1165, sta cogliendo alla sprovvista molte famiglie che non erano a conoscenza del cambiamento. Per evitare il blocco del rimborso, è fondamentale conservare e presentare documentazione di pagamento ufficiale a nome del genitore richiedente.

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