Vincoli più stringenti e altre variabili stanno facendo slittare l’età in cui la maggior parte degli italiani lascia il lavoro.
L’età media di pensionamento in Italia continua a crescere, raggiungendo nel 2024 quota 64,8 anni, secondo quanto emerge dal XXIV Rapporto annuale INPS presentato alla Camera dal presidente Gabriele Fava.
Questo aumento significativo, pari a circa due anni rispetto al 2023, riflette il complesso intreccio tra nuove regole pensionistiche più rigide e incentivi economici volti a posticipare l’uscita dal lavoro.
L’innalzamento dell’età pensionabile e le sue cause
L’INPS evidenzia che l’età media a cui lavoratrici e lavoratori lasciano il mondo del lavoro si sta progressivamente spostando verso l’alto. Le ragioni principali di questo trend vanno ricercate nelle modifiche normative che hanno inasprito i requisiti per accedere alle forme di pensionamento anticipato, nonché negli incentivi che premiano chi decide di continuare a lavorare oltre i requisiti minimi.
Tra le novità più rilevanti troviamo la fine di Quota 100, in vigore fino al 2021, che consentiva il pensionamento a 62 anni con 38 anni di contributi. A questa è seguita Quota 102 e, attualmente, Quota 103, che richiede 62 anni di età e ben 41 anni di contributi, rendendo più impegnativo anticipare il pensionamento rispetto al passato.
Aumentano anche i requisiti della pensione anticipata ordinaria, che non tiene conto dell’età anagrafica ma impone una lunga carriera contributiva: 42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne.
Inoltre, la pensione di vecchiaia rimane fissata a 67 anni con almeno 20 anni di contributi, ma è previsto un ulteriore incremento dell’età pensionabile a partire dal 2027, anche se il governo è al lavoro per tentare di evitarlo.
Incentivi al posticipo del pensionamento: il bonus Giorgetti
Un elemento che ha contribuito all’aumento dell’età media di uscita dal lavoro è il cosiddetto bonus Giorgetti (ex bonus Maroni), un incentivo economico che premia chi decide di non andare in pensione appena maturati i requisiti di Quota 103 o di pensione anticipata ordinaria, continuando invece a lavorare.
In pratica, chi opta per questo bonus vede aumentare la propria busta paga poiché non viene trattenuta la quota dei contributi previdenziali IVS a suo carico. Va però sottolineato che questa decisione comporta una riduzione del montante contributivo accumulato, con conseguente diminuzione della pensione mensile futura.

Nel 2025, il bonus è stato esteso anche a chi matura i requisiti per la pensione anticipata ordinaria, oltre che a chi rientra in Quota 103. Inoltre, la parte aggiuntiva di retribuzione concessa è esentasse, rendendo l’incentivo particolarmente vantaggioso nel breve termine.
Impatto sull’età media di pensionamento e differenze di genere
Il rapporto INPS mette in luce come l’aumento dell’età media di pensionamento nel 2024 abbia interessato maggiormente le donne, con un incremento di circa un anno e cinque mesi rispetto agli uomini, evidenziando un fenomeno di differenziazione di genere nel mondo del lavoro e nelle dinamiche pensionistiche.
Le restrizioni più severe per accedere alle forme di pensionamento anticipato, insieme al bonus Giorgetti, hanno quindi spinto molti lavoratori a rimandare il pensionamento, per assicurarsi oggi una remunerazione più alta a scapito di un assegno previdenziale più contenuto in futuro.
Le principali opzioni pensionistiche attualmente disponibili
- Quota 103: pensionamento con 62 anni di età e 41 anni di contributi, previsto fino al 31 dicembre 2025, con possibile proroga ancora da definire;
- Pensione anticipata ordinaria: senza limiti di età ma con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne;
- Pensione di vecchiaia: a 67 anni con almeno 20 anni di contributi, in attesa di revisione dal 2027;
- Altre opzioni speciali come Opzione donna, Ape sociale e pensione precoci.