Con l’approssimarsi della Legge di Bilancio 2026, il Governo sta definendo un pacchetto per il sostegno delle famiglie.
Nonostante gli incentivi adottati negli ultimi anni, come l’Assegno Unico Universale introdotto dal governo Draghi, i dati più recenti confermano un decremento delle nascite, con sole 370 mila nascite nel 2024, in calo del 2,6% rispetto al 2023 e ben 206 mila in meno rispetto al 2008. Per questo motivo, la nuova manovra economica punta a rafforzare e ampliare i benefici per le famiglie, con particolare attenzione al potenziamento del bonus per le mamme lavoratrici e all’introduzione di agevolazioni fiscali più incisive.
Il nodo centrale della strategia governativa è rappresentato dal quoziente familiare, uno strumento fiscale che consente di modulare la pressione tributaria in base alla composizione del nucleo familiare. La manovra 2026 prevede un significativo aumento delle risorse destinate a questa misura, con l’obiettivo di ridurre le tasse per chi ha figli e rendere più vantaggiosa la scelta di una famiglia numerosa. Parallelamente, è allo studio un bonus libri dedicato alle famiglie con redditi più bassi, ispirato ai modelli già sperimentati in Lombardia e Veneto, per sostenere le spese scolastiche.
Queste novità si inseriscono nel contesto di una possibile revisione dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), strumento chiave per l’accesso ai sussidi statali, che da tempo viene considerato bisognoso di una ricalibrazione per rispecchiare più fedelmente le reali condizioni economiche delle famiglie. Tuttavia, questa riforma dovrebbe essere affrontata separatamente e non rientra ancora nella manovra finanziaria in via di approvazione.
Potenziamento del bonus per le mamme lavoratrici e altre agevolazioni
Uno degli interventi più attesi riguarda il bonus per le mamme lavoratrici, che nel 2025 ha garantito un’integrazione mensile di 40 euro alle lavoratrici con almeno due figli, con contratto a tempo determinato o indeterminato, autonome o libere professioniste. Il beneficio è valido fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo, estendendosi fino al diciottesimo anno per le madri con tre o più figli. La nuova manovra conferma e potenzia questa misura, con un rafforzamento dell’integrazione economica destinata a favorire la partecipazione femminile al mercato del lavoro e la crescita della natalità, pur mantenendo il limite reddituale a 40 mila euro annui.
Inoltre, è previsto il prolungamento e l’ampliamento del congedo parentale: ora sarà possibile usufruire di tre mesi di congedo indennizzato all’80% fino al sesto anno di vita del bambino, una novità significativa che punta a sostenere maggiormente le famiglie nel delicato equilibrio tra lavoro e cura dei figli.
Il sostegno alle famiglie si arricchisce anche con la conferma del bonus nido potenziato, che potrà raggiungere i 3.600 euro annui per i nati dal 2024 nelle famiglie con ISEE fino a 40 mila euro, e con l’istituzione del Fondo Dote Famiglia, destinato a supportare le attività sportive e ricreative extrascolastiche per bambini dai 6 ai 14 anni appartenenti a nuclei con redditi bassi.

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Nell’ottica di un sostegno complessivo ai redditi medio-bassi, la manovra del 2026 conferma il taglio strutturale del cuneo fiscale, estendendo i benefici a circa 3 milioni di lavoratori dipendenti con reddito fino a 40 mila euro. Il taglio del cuneo resta contributivo per redditi fino a 20 mila euro, mentre per la fascia tra 20 mila e 40 mila euro si trasforma in una detrazione fiscale, con un importo massimo di 1.000 euro fino a 32 mila euro di reddito, che si riduce progressivamente fino ad azzerarsi a 40 mila euro.
Parallelamente, l’aliquota Irpef viene ristrutturata in tre scaglioni: 23% per redditi fino a 28 mila euro, 35% per la fascia tra 28 e 50 mila euro, e 43% oltre i 50 mila euro. Inoltre, la soglia per poter usufruire della flat tax al 15% sui redditi da lavoro dipendente e pensione sale da 30 mila a 35 mila euro, ampliando l’accesso a questa agevolazione fiscale.