C’è una tassa che non conosci e che devi saldare: a quanto ammonta e quando scade

La tassa poco conosciuta che può pesare sul tuo portafoglio e le scadenze da tenere d’occhio per non rischiare sanzioni.

IVIE e IVAFE rappresentano due imposte patrimoniali fondamentali per i contribuenti italiani residenti che possiedono beni o attività finanziarie all’estero. La mancata osservanza degli obblighi fiscali legati a queste imposte può comportare pesanti sanzioni, rendendo indispensabile una conoscenza approfondita delle modalità di calcolo, delle aliquote e delle scadenze di pagamento. Di seguito una guida aggiornata e dettagliata per orientarsi correttamente nel complesso sistema fiscale italiano relativo a proprietà estere e investimenti internazionali.

L’IVIE (Imposta sul Valore degli Immobili situati all’Estero) è stata introdotta nel 2012 con la Legge n. 214/2011 ed è una tassa patrimoniale che colpisce gli immobili detenuti al di fuori dei confini italiani da soggetti fiscalmente residenti in Italia. La normativa impone a chiunque possieda un immobile in un paese straniero di dichiararlo e, se superata una certa soglia, di versare l’imposta corrispondente.

L’IVAFE (Imposta sul Valore delle Attività Finanziarie detenute all’Estero) colpisce invece conti correnti, titoli, libretti di risparmio, azioni, obbligazioni e altri strumenti finanziari posseduti fuori dall’Italia da soggetti residenti fiscalmente nel nostro Paese. È un tributo che, analogamente all’IVIE, mira a garantire la trasparenza e la corretta tassazione degli investimenti internazionali.

Obblighi e calcoli

Sono obbligati al versamento dell’IVIE: le persone fisiche residenti fiscalmente in Italia; le società semplici, società di persone e associazioni professionali; Trust, fondazioni ed enti non commerciali che detengano diritti reali su immobili esteri, inclusi usufrutto o diritto di abitazione. Di fatto, se si possiede una proprietà immobiliare in Germania, Francia o qualsiasi altro Paese estero e si è residenti fiscali in Italia, si è soggetti all’IVIE.

Il calcolo dell’IVIE si basa sul valore dell’immobile all’estero, sulla quota di possesso e sul periodo di detenzione (almeno 15 giorni nel mese). Dal 2024, l’aliquota ordinaria è stata aggiornata all’1,06%, con un’aliquota ridotta dello 0,4% per l’abitazione principale se rientra nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9. L’imposta diventa dovuta solo se supera i 200 euro annui.

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Soldi e casa (Freepik foto) – www.impresamia.com

Sono tenuti invece al pagamento dell’IVAFE: le persone fisiche residenti in Italia; Trust, fondazioni ed enti non commerciali; le società semplici e simili. L’imposta è pari al 4‰ (quattro per mille) sul valore di azioni, obbligazioni, fondi comuni o altri prodotti finanziari esteri. Per i conti correnti e i libretti di risparmio detenuti all’estero, è prevista invece un’imposta fissa di 34,20 euro per le persone fisiche e di 100 euro per gli altri soggetti. Il versamento deve essere effettuato proporzionalmente alla quota di possesso e al periodo di detenzione, utilizzando il modello F24 entro i termini ordinari di pagamento delle imposte sui redditi.

Differenze sostanziali tra IVIE e IVAFE e controlli fiscali

La distinzione principale tra IVIE e IVAFE riguarda la natura dei beni tassati: l’IVIE colpisce gli immobili situati all’estero. Si applica alle persone fisiche, agli enti non commerciali e ai trust, con un’aliquota ordinaria dell’1,06% o dello 0,4%. L’IVAFE riguarda le attività finanziarie detenute all’estero. Anche in questo caso, i soggetti interessati sono persone fisiche, enti non commerciali e trust. L’imposta si calcola applicando un’aliquota del 4% oppure un’imposta fissa.

È fondamentale evitare errori nella dichiarazione di IVIE e IVAFE, poiché la mancata o errata comunicazione nel quadro RW del Modello Redditi può comportare sanzioni rilevanti e accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate. Il sistema di monitoraggio fiscale attuato dal Fisco italiano si basa su accordi internazionali di scambio di informazioni e obblighi di dichiarazione, rendendo imprescindibile la corretta comunicazione di: conti correnti esteri; proprietà immobiliari fuori dal territorio italiano; investimenti finanziari internazionali.

In caso di omissione o dichiarazione inesatta, le sanzioni possono essere molto gravose, fino alla confisca degli importi non dichiarati. Pertanto, è consigliabile rivolgersi a professionisti esperti o usufruire di consulenze fiscali gratuite disponibili per assicurare una gestione trasparente e conforme alle normative vigenti.

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