Chi si appresta a compilare il modello 730/2025 o il modello Redditi Persone Fisiche deve prestare particolare attenzione a questi dettagli.
Con l’avvicinarsi della stagione della dichiarazione dei redditi, è fondamentale chiarire come ottenere correttamente la detrazione fiscale per le spese sostenute nelle case di cura per anziani.
La corretta compilazione della fattura rappresenta un elemento cruciale per usufruire di questo beneficio, riconosciuto dall’Agenzia delle Entrate solo se rispettati determinati requisiti.
Detrazione fiscale per la casa di cura: come funziona nel 2025
Le spese relative alla retta di ricovero in casa di cura per persone non autosufficienti possono beneficiare di una detrazione Irpef del 19%, con un limite massimo di spesa detraibile di 2.100 euro per contribuente.
È importante sottolineare che questo limite è valido a prescindere dal numero di persone assistite: se, ad esempio, un figlio sostiene le spese per due genitori non autosufficienti, non è possibile raddoppiare la quota detraibile.
Il beneficio fiscale si applica solo a chi ha un reddito complessivo non superiore a 40.000 euro annui. Inoltre, nel caso in cui più familiari partecipino al pagamento delle spese per assistenza della stessa persona, il limite massimo di 2.100 euro deve essere suddiviso proporzionalmente tra i contribuenti.
La normativa di riferimento è l’articolo 15 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (Tuir), che prevede la detrazione sulle spese per l’assistenza personale a persone non autosufficienti, cioè soggetti incapaci di compiere autonomamente attività fondamentali come alimentarsi, muoversi o svolgere funzioni igieniche.
Importanza della fattura: distinguere le voci per non perdere la detrazione
Un aspetto spesso trascurato è la corretta documentazione delle spese. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che, per poter usufruire della detrazione, è indispensabile che la fattura emessa dalla casa di cura riporti in modo distinto le diverse voci di spesa. In particolare, devono essere separati gli importi relativi a:
- assistenza personale (la quota detraibile),
- vitto,
- alloggio,
- altre eventuali spese non riconducibili all’assistenza.
Se la fattura riporta un importo complessivo senza specificare la quota dedicata all’assistenza personale, la detrazione non può essere applicata sulla totalità della spesa. Pertanto, è consigliabile richiedere esplicitamente alla struttura di dettagliare queste voci in fattura.

Si ricorda che la detrazione spetta esclusivamente al soggetto che effettua il pagamento della retta, e la stessa regola è stata ribadita più volte con le circolari n.10 del 2005 e n.24 del 2022 dell’Agenzia delle Entrate.
Requisiti medici per accedere alla detrazione
Per beneficiare della detrazione, è inoltre necessario che la condizione di non autosufficienza sia documentata da certificazione medica. La legge definisce non autosufficienti coloro che non sono in grado di alimentarsi, spostarsi o svolgere autonomamente le funzioni fisiologiche basilari.
La detrazione si applica sia nel caso in cui la persona non autosufficiente venga assistita direttamente in casa da un operatore, sia quando venga ricoverata in una struttura specializzata che fornisce assistenza personale continuativa.
Infine, è utile ricordare che, nel caso di assistenza domiciliare con personale assunto direttamente, è possibile beneficiare anche della deduzione fiscale relativa ai contributi previdenziali e assistenziali versati per l’addetto all’assistenza.