Le nuove regole, operative da quest’anno e con effetti estesi fino al 2031, rappresentano dunque un passo importante.
La riforma tributaria 2024 porta una svolta significativa nella gestione delle cartelle esattoriali, offrendo nuove opportunità per i contribuenti in difficoltà e introducendo misure destinate a cancellare molti debiti ormai inesigibili.
Le novità, già operative e destinate a incidere profondamente sul rapporto tra fisco e cittadini, riguardano sia le modalità di pagamento sia la prescrizione dei crediti tributari.
Più tempo per saldare i debiti con il fisco
La riforma approvata estende i termini per il pagamento delle cartelle esattoriali, consentendo un allungamento fino a 10 anni (120 rate), rispetto ai limiti precedenti. Questa misura è pensata per agevolare chi si trova in difficoltà economica, permettendo una gestione più sostenibile dei debiti con l’Agenzia delle Entrate.
In particolare, per chi ha debiti inferiori a 120.000 euro, da gennaio 2025 sarà possibile dilazionare il pagamento in 84 rate, con un progressivo aumento fino a 120 rate previsto entro il 2031. Per debiti superiori a questa soglia, la riforma consente comunque di rateizzare l’importo fino a 10 anni, garantendo un margine di manovra più ampio rispetto al passato.
Questa maggiore flessibilità si traduce però in un potenziale calo delle entrate fiscali nel breve termine, motivo per cui il Ministero dell’Economia ha assunto un ruolo di monitoraggio costante per valutare l’impatto sulle finanze pubbliche.
Prescrizione e cancellazione dei debiti: una novità cruciale
Una delle innovazioni più rilevanti riguarda la prescrizione dei crediti tributari. La legge stabilisce infatti che, dopo cinque anni di tentativi infruttuosi di recupero, i debiti saranno definitivamente cancellati. Questa scelta mira a evitare che i contribuenti accumulino ulteriori oneri impossibili da saldare, alleggerendo così il carico sulle loro spalle.

Parallelamente, la riforma introduce un limite temporale per l’accertamento delle notifiche delle cartelle, che non potrà superare i nove mesi dall’accertamento dell’evasione. Questo provvedimento garantisce maggiore certezza e tutela per i contribuenti, riducendo i tempi di contenzioso.
Smaltimento dei tributi inesigibili: la commissione speciale
Un altro punto chiave è la creazione di una commissione speciale con il compito di analizzare e gestire l’enorme mole di tributi mai riscossi, spesso legati a multe di modesta entità o a debiti accumulati da contribuenti deceduti, imprese fallite o soggetti senza beni.
Si tratta di un vero e proprio “magazzino” di crediti, che secondo le stime ammonta a circa 1.200 miliardi di euro, una cifra enorme che rappresenta un problema per le casse dello Stato.
La commissione, presieduta da un magistrato della Corte dei Conti e composta da rappresentanti del Tesoro e dell’Agenzia delle Entrate, cercherà di recuperare almeno 100 miliardi, anche se i limiti normativi attuali rendono l’operazione complessa e in parte teorica.
Questa misura, combinata con la prescrizione e la dilazione dei pagamenti, mira a razionalizzare il sistema fiscale, alleggerendo i carichi insostenibili e concentrando le risorse sulla riscossione effettiva.