Novità importanti per i dipendenti pubblici degli enti locali, che si apprestano a ricevere arretrati fino a 2.500 euro.
Questi sviluppi, frutto di una rinnovata attenzione del governo verso il settore pubblico locale, si fondano su due pilastri: l’introduzione di un fondo di perequazione per gli enti territoriali e il rilancio del rinnovo contrattuale triennale.
Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, e il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, hanno infatti definito una strategia per riequilibrare le retribuzioni nel pubblico impiego, con particolare attenzione alle differenze salariali tra amministrazioni centrali e locali, storicamente penalizzanti per queste ultime.
La proposta del governo, sostenuta da Zangrillo e Giorgetti, prevede la costituzione di un fondo di perequazione destinato a sostenere gli enti locali con bilanci più fragili e a ridurre il cosiddetto “spread retributivo” tra i dipendenti degli enti territoriali e quelli delle amministrazioni centrali. Il fondo dovrebbe essere finanziato con uno stanziamento compreso tra 100 e 150 milioni di euro, da inserire nella Legge di Bilancio 2026.
L’iniziativa intende consolidare la tendenza già avviata in alcune amministrazioni locali, che hanno incrementato i premi di risultato grazie all’applicazione del decreto P.A., favorendo una distribuzione più equa degli aumenti salariali su scala nazionale. La proposta è stata accolta positivamente da molte organizzazioni sindacali, in particolare dalla Cisl Fp, che ha sottolineato come il fondo possa contribuire a colmare un divario retributivo che da troppo tempo penalizza il personale degli enti locali, spesso impegnato nella gestione di servizi complessi con risorse limitate.
Inoltre, il fondo riveste un ruolo cruciale per le aree caratterizzate da un costo della vita elevato e da un mercato del lavoro privato altamente competitivo, offrendo agli enti locali strumenti per trattenere e valorizzare professionalità qualificate.
Rinnovo contrattuale e aumenti salariali progressivi
Parallelamente all’istituzione del fondo, il governo e l’Aran stanno accelerando il percorso di rinnovo contrattuale per le funzioni locali, mirando a chiudere il contratto 2022-2024 e ad aprire immediatamente la nuova fase 2025-2027 senza interruzioni. Questo doppio rinnovo consecutivo rappresenta un fatto storico per il pubblico impiego, puntando a garantire continuità e tempestività negli aumenti salariali, superando anni di stallo.
Le previsioni indicano che i dipendenti potranno beneficiare di arretrati medi di circa 2.500 euro, riferiti agli anni coperti dal contratto 2022-2024. Gli aumenti lordi mensili, invece, avranno una progressione graduale: circa 190 euro nel 2025, 230 euro nel 2026 e fino a 280 euro a regime nel 2027. Questi incrementi saranno integrati da maggiori premi di produttività, resi più accessibili grazie al fondo di perequazione e alle nuove disposizioni sul salario accessorio.
Le organizzazioni sindacali, pur accogliendo con favore la proposta, manifestano posizioni differenziate. La Cisl Fp esorta a una rapida chiusura della trattativa, auspicando risorse aggiuntive nella prossima Legge di Bilancio per rafforzare gli aumenti. Al contrario, Cgil e Uil chiedono un maggiore stanziamento per assicurare un allineamento più efficace degli stipendi degli enti locali ai livelli nazionali, mantenendo aperto il dialogo con il governo.

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Anche il comparto della sanità pubblica è a un passo dalla definizione del rinnovo contrattuale 2022-2024. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha completato le verifiche finanziarie e l’accordo è ora in attesa di passare al Consiglio dei ministri e alla Corte dei Conti per la certificazione finale. Il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, ha annunciato che la procedura dovrebbe concludersi a breve, consentendo l’avvio del nuovo triennio contrattuale 2025-2027 all’inizio del 2026.
Il coordinamento tra i rinnovi dei comparti Funzioni centrali, Funzioni locali e Sanità è considerato essenziale per garantire coerenza nelle politiche retributive e per snellire le tempistiche di rinnovo, offrendo così ai lavoratori pubblici un quadro stabile e trasparente in termini di diritti e prospettive di crescita.