Brutta sorpresa per chi riscatta la laurea: in questo caso non puoi anticipare la pensione

Il riscatto della laurea è un’opzione preziosa per incrementare gli anni contributivi e potenzialmente anticipare la pensione.

Il riscatto della laurea rappresenta un’opportunità previdenziale importante per chi desidera valorizzare gli anni di studio universitari trasformandoli in contributi utili ai fini pensionistici.

Tuttavia, è fondamentale comprendere che questo strumento, pur aumentando l’ammontare della pensione e in alcuni casi consentendo un anticipo dell’uscita dal lavoro, non garantisce sempre l’accesso anticipato alla pensione.

Il meccanismo del riscatto della laurea: come funziona e chi può beneficiarne

Il riscatto della laurea permette di convertire il periodo dedicato agli studi universitari in anni contributivi, tramite il versamento di una somma all’INPS corrispondente ai contributi che si sarebbero maturati se si fosse stati lavoratori.

Questo può essere effettuato in un’unica soluzione o attraverso un piano di rateizzazione, che offre maggiore flessibilità in base alle esigenze economiche del contribuente.

Affinché la procedura sia avviabile, è indispensabile che il titolo di studio sia già stato conseguito e che gli anni di studio non siano già coperti da altri contributi previdenziali, fatta eccezione per il riscatto contemporaneo presso un ente professionale e la gestione INPS.

L’ambito oggettivo del riscatto è piuttosto ampio: sono inclusi i titoli di laurea del vecchio ordinamento, le lauree triennali, specialistiche, magistrali a ciclo unico, nonché diplomi di specializzazione, dottorati di ricerca e diplomi accademici di primo e secondo livello, compresi quelli della formazione artistica e musicale superiore.

I master universitari, anche se rilasciati da atenei riconosciuti, restano esclusi, così come gli anni fuori corso, che non possono essere conteggiati per il riscatto.

Nel caso di titoli conseguiti all’estero, è richiesto il riconoscimento ufficiale da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca, condizione imprescindibile per poter procedere al riscatto.

Quando il riscatto della laurea non consente il pensionamento anticipato

Un aspetto cruciale da considerare è che il riscatto della laurea, pur incrementando gli anni contributivi, non sempre abilita al pensionamento anticipato. Ad esempio, un lavoratore di 62 anni con 36 anni di contributi e un corso di laurea quadriennale può, riscattando gli anni universitari, raggiungere il requisito per accedere alla pensione anticipata flessibile (Quota 103), che richiede 62 anni di età e 41 anni di contributi.

Al contrario, un soggetto di 65 anni con soli 16 anni di contributi e una laurea quadriennale, riscattando i relativi anni, arriva a 20 anni contributivi. Tuttavia, questa somma non è sufficiente per ottenere la pensione anticipata, poiché deve comunque attendere il compimento dei 67 anni per la pensione di vecchiaia, che impone almeno 20 anni di contributi.

Aspetti economici e fiscali del riscatto della laurea

Il riscatto della laurea comporta un costo non indifferente, che può però essere recuperato fiscalmente attraverso la dichiarazione dei redditi (modello 730). È quindi necessario valutare attentamente la convenienza economica del riscatto, considerando sia l’aumento potenziale della pensione sia le proprie esigenze di uscita dal lavoro.

La possibilità di rateizzare il pagamento rappresenta un vantaggio per chi non dispone di liquidità immediata, consentendo una maggiore accessibilità a questo strumento previdenziale. Tuttavia, la scelta deve essere ponderata in relazione ai requisiti di accesso alla pensione e alla durata del percorso accademico da riscattare.

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