Complicato orientarsi con la NASpI, l’indennità di disoccupazione prevista per chi perde il lavoro in modo involontario. Ecco una mini guida
La NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) è un sussidio mensile versato dall’INPS a chi ha perso involontariamente il lavoro e rispetta determinati requisiti contributivi. L’obiettivo è fornire un reddito provvisorio fino a quando la persona non riesce a reinserirsi nel mondo del lavoro. La richiesta deve essere presentata online tramite il portale INPS, ma i tempi sono fondamentali per non perdere parte dell’indennità.
Come vedremo di qui a breve, una corretta gestione della domanda NASpI può fare la differenza nel garantire un sostegno economico efficace in un momento delicato come quello della perdita del lavoro.
NASpI: un errore che fa perdere i soldi
La tempistica nella presentazione della domanda può influire sull’ammontare effettivo ricevuto. Chi presenta la domanda entro l’ottavo giorno dalla fine del rapporto di lavoro riceverà la NASpI dall’ottavo giorno stesso. Se si presenta dopo l’ottavo giorno, la decorrenza sarà dal giorno successivo alla domanda.
Altre situazioni particolari — come periodi di maternità, malattia o infortunio — prevedono tempi specifici per il calcolo dell’indennità, così come nei casi di licenziamento per giusta causa, dove la decorrenza parte dal 38° giorno successivo al licenziamento, se si è tempestivi con la domanda.

Durante l’estate, molti lavoratori precari — in particolare quelli della scuola — si trovano senza stipendio. Per chi ha contratti che terminano il 30 giugno, come avviene spesso nel mondo scolastico, la NASpI è spesso l’unico mezzo di sostegno nei mesi estivi, fino a una nuova eventuale chiamata a settembre. Anche in questi casi, è essenziale non perdere tempo per presentare la richiesta.
Un dettaglio spesso trascurato riguarda il trattamento integrativo, meglio noto come ex Bonus Renzi. Si tratta di un beneficio di 100 euro al mese (fino a 1.200 euro l’anno) riservato a chi ha un reddito da lavoro dipendente non superiore a 15.000 euro annui. Il problema nasce quando il lavoratore, sommando al reddito da lavoro altri introiti (come affitti o NASpI), supera questa soglia: in quel caso il bonus dovrà essere restituito nella dichiarazione dei redditi.
Molti non sanno che l’INPS applica automaticamente il trattamento integrativo anche sull’indennità NASpI, a meno che il richiedente non rinunci espressamente al beneficio nella domanda. Per esempio, un docente che guadagna 13.000 euro l’anno e poi riceve 4.000 euro di NASpI, superando così i 15.000 euro totali, si vedrà costretto a restituire tutto il bonus ricevuto. La soluzione? Rinunciare in fase di richiesta NASpI. Se successivamente, in sede di dichiarazione, si rientra comunque nei limiti, si potrà recuperare il beneficio senza problemi.