Il bonus rifiuti si configura quindi come un sostegno concreto per le famiglie a basso reddito, contribuendo a ridurre il peso delle bollette.
A partire dal 1° gennaio 2026, torna operativo il bonus rifiuti, una misura attesa da milioni di famiglie italiane che prevede uno sconto del 25% sulla Tari, la tassa sui rifiuti.
Questa agevolazione si aggiunge ai già noti bonus su acqua, luce e gas, rappresentando un importante sollievo per i nuclei con redditi più bassi.
Chi può usufruire del bonus rifiuti e come funziona
Il bonus Tari è destinato a circa 4 milioni di famiglie italiane con un indicatore Isee contenuto, in particolare con un valore inferiore a 9.530 euro. La soglia Isee viene elevata fino a 20.000 euro per le famiglie con almeno quattro figli a carico, ampliando così la platea di beneficiari.
Per accedere all’agevolazione non è necessario presentare domande specifiche: basta compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) e ottenere l’attestazione Isee aggiornata che certifichi il possesso dei requisiti di reddito previsti dalla normativa. Se i requisiti sono rispettati, lo sconto del 25% sulla Tari viene applicato automaticamente, senza ulteriori adempimenti da parte dei cittadini.
Questa misura era stata introdotta con il Decreto Legge n. 124/2019, convertito nella Legge n. 157/2019, ma fino ad ora era rimasta bloccata per mancanza di criteri applicativi. Lo sblocco è arrivato con un recente Dpcm firmato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha definito le modalità operative per l’entrata in vigore del bonus.
Modalità di applicazione e tempistiche
Il bonus può essere utilizzato una sola volta per ogni anno di competenza Isee. La Tari viene infatti calcolata su base annuale, pertanto la riduzione sarà applicata a partire dal 1° gennaio 2026.
Lo sconto verrà inserito nella prima rata utile, che solitamente viene pagata entro il 30 giugno. Tuttavia, le scadenze variano in base alle decisioni autonome dei singoli Comuni, quindi è consigliabile verificare le date specifiche presso il proprio municipio.
In pratica, una famiglia in possesso di un Isee valido per il bonus potrà vedere il beneficio applicato già nel corso del 2026, o al massimo nel 2027 se per qualche motivo non fosse possibile usufruirne entro l’anno corrente.
Ruolo dei Comuni e controlli sull’applicazione
L’applicazione dello sconto spetta ai gestori del servizio di raccolta rifiuti o, nei casi in cui ne abbiano la competenza, alle amministrazioni comunali. Questi soggetti dovranno calcolare l’importo della riduzione e applicarla direttamente sulle bollette dei beneficiari.

L’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci) avrà il compito di trasmettere ai gestori le informazioni necessarie per individuare i destinatari del bonus, mentre l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) collaborerà con l’Anci per verificare la corretta applicazione dell’agevolazione e prevenire possibili abusi.
Quanto si può risparmiare con il bonus Tari
Secondo le stime di Cittadinanzattiva, la spesa media annua per la Tari in Italia si attesta intorno ai 329 euro per famiglia, anche se i valori possono variare significativamente da Comune a Comune.
Ad esempio, Pisa registra una delle Tari più elevate per il 2025, con una spesa media di circa 595 euro, che si traduce in un risparmio potenziale di circa 150 euro grazie al bonus.
Al contrario, in città come La Spezia, dove la Tari media è di circa 170 euro, il risparmio si riduce a circa 43 euro. Queste differenze riflettono le diverse politiche tariffarie locali e i diversi costi di gestione del servizio rifiuti.