Il sorpassometro, strumento tecnologico sempre più diffuso sulle strade italiane, rappresenta un’arma efficace contro i sorpassi vietati.
Grazie all’impiego di sensori integrati nel manto stradale e telecamere ad alta definizione, questo dispositivo consente di monitorare in tempo reale le infrazioni e di trasmettere automaticamente i verbali alle autorità competenti. Nonostante l’alta precisione tecnologica, è importante sottolineare che le multe emesse con il sorpassometro possono essere comunque contestate.
A differenza dei classici autovelox, che rilevano la velocità dei veicoli, il sorpassometro si concentra sull’analisi dei movimenti, in particolare sul superamento della linea continua, segno di un sorpasso vietato. I modelli più recenti, come il dispositivo SV3 introdotto a fine 2024, combinano sensori nel manto stradale, telecamere intelligenti e un sistema di elaborazione dati in tempo reale.
Il funzionamento si basa su tre elementi principali:
- Sensori nel manto stradale, che rilevano l’invasione della corsia opposta da parte del veicolo;
- Telecamere ad alta definizione, posizionate in alto per garantire una visione chiara anche in condizioni meteorologiche avverse;
- Sistema di elaborazione video, che registra brevi clip di circa 15 secondi in caso di infrazione, mostrando tutta la manovra contestata.
I dati raccolti vengono inviati in tempo reale alla centrale della Polizia Locale, dove un operatore verifica le immagini e convalida il verbale. Va ricordato che, secondo l’articolo 201 del Codice della Strada, non è previsto l’alt immediato al conducente, bensì la cosiddetta contestazione differita, applicabile quando la violazione non può essere contestata sul momento.
Le sanzioni e i margini per il ricorso
Il Codice della Strada considera il sorpasso vietato una delle infrazioni più gravi. L’articolo 148 prevede sanzioni che vanno da 167 a 665 euro con decurtazione di 10 punti dalla patente. Se la manovra avviene in condizioni particolarmente pericolose, come curve, dossi o incroci, la multa può aumentare da 327 a 1.308 euro. Inoltre, per i neopatentati che commettono recidiva entro due anni, è prevista la sospensione della patente da uno a tre mesi. La sanzione viene incrementata di un terzo se l’infrazione avviene tra le 22:00 e le 7:00.
In caso di attraversamento della linea continua senza completare il sorpasso, la multa è ridotta e la decurtazione di punti è di 2 unità.
Le multe elevate grazie al sorpassometro possono essere impugnate entro 60 giorni davanti al Prefetto o entro 30 giorni al Giudice di Pace. Tra le possibili contestazioni vi sono:
- Assenza o illeggibilità della segnaletica: la presenza del sorpassometro deve essere preceduta da un cartello ben visibile. La mancanza di tale segnalazione rende la sanzione annullabile;
- Mancata omologazione del dispositivo: la legge distingue tra approvazione ministeriale e omologazione tecnica. La Cassazione ha ribadito che senza omologazione la sanzione può essere annullata, anche se spesso il Ministero delle Infrastrutture tende a considerare i due concetti equivalenti.

L’installazione dei sorpassometri è soggetta ad autorizzazione formale da parte del Prefetto, che valuta l’effettiva pericolosità del tratto stradale basandosi su dati concreti relativi all’incidentalità. Questi dispositivi sono collocati in punti a rischio elevato, come curve cieche, rettilinei con visibilità limitata o aree dove la segnaletica tradizionale risulta insufficiente per prevenire comportamenti pericolosi.
In un’ottica di trasparenza, i decreti del Prefetto che autorizzano l’installazione sono pubblici e consultabili dai cittadini.
L’utilizzo dei sorpassometri è regolato da specifici decreti ministeriali: il primo intervento risale al 2008, con un aggiornamento nel 2011 (modello SV2) e un recente Decreto n. 603 del dicembre 2024 che ha approvato i modelli SV3, estendendo il loro impiego anche su strade con limite di velocità fino a 90 km/h.
Sorpassometro e autovelox: due strumenti diversi per il controllo stradale
Mentre il sorpassometro si concentra sulle manovre di sorpasso vietato, gli autovelox sono dispositivi destinati al rilevamento della velocità dei veicoli. Gli autovelox possono essere fissi o mobili e utilizzano tecnologie differenti, come fotocellule laser, radar o telelaser.
I sistemi più evoluti, come il Telelaser Trucam, registrano anche video ad alta risoluzione per documentare non solo l’eccesso di velocità ma anche altre infrazioni, come l’uso del telefono o la mancata cintura di sicurezza. Inoltre, il sistema SICVE (Safety Tutor) permette di calcolare la velocità media su un tratto di strada, distinguendosi dagli autovelox tradizionali.
Anche gli autovelox devono essere segnalati con cartelli visibili secondo precise distanze minime e massime, e le postazioni sono rese pubbliche dalla Polizia di Stato per favorire la sicurezza e la prevenzione degli incidenti.