L’INPS ti deve oltre 500 euro e non lo sai: basta un solo requisito

L’INPS continua a rappresentare un punto di riferimento fondamentale per il sostegno a favore delle persone.

Tra queste, spicca l’indennità di accompagnamento, un contributo mensile di 531,76 euro destinato a garantire un supporto concreto alle persone non autosufficienti e ai loro nuclei familiari.

Le novità più recenti e le procedure aggiornate per accedere a questa misura sono al centro di un approfondimento imprescindibile per chi potrebbe beneficiarne.

L’indennità di accompagnamento: un sostegno esclusivo per gli invalidi civili totali non autosufficienti

L’indennità di accompagnamento INPS si rivolge a coloro che sono stati riconosciuti invalidi civili al 100% e che, a causa di una grave disabilità, non sono in grado di camminare autonomamente o di eseguire le attività quotidiane senza assistenza continua. Si tratta di un sostegno che, a differenza di altri bonus economici, non è vincolato da limiti di reddito né da valutazioni ISEE, proprio perché la sua finalità è quella di compensare la perdita di autonomia personale.

La prestazione ammonta a 531,76 euro al mese, per un totale annuo di 6.381,12 euro, ed è interamente esente da IRPEF: non va quindi dichiarata nel modello 730 o nel modello Redditi e non incide sul calcolo del reddito utile per accedere ad altre misure sociali. Questo consente di cumulare l’indennità con altre forme di reddito e pensioni, come la pensione di invalidità civile, redditi da lavoro o altre pensioni. Viene inoltre riconosciuta in combinazione con strumenti di sostegno come l’Assegno di Inclusione, misura che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza e che coinvolge oltre mezzo milione di famiglie italiane, soprattutto nelle regioni meridionali.

Per accedere all’indennità di accompagnamento è necessario soddisfare requisiti specifici, che vanno oltre la semplice invalidità civile totale:

  • Essere riconosciuti invalidi civili al 100%;
  • Essere non autosufficienti, con incapacità di camminare autonomamente o di svolgere le funzioni quotidiane senza assistenza costante;
  • Avere una residenza stabile in Italia e, per i cittadini stranieri, un regolare permesso di soggiorno.

La procedura di richiesta inizia con il rilascio di un certificato medico introduttivo da parte del medico di base, che attesta la condizione sanitaria del richiedente. Successivamente, la domanda deve essere inoltrata all’INPS tramite il portale online o tramite un patronato. Una commissione medico-legale dell’INPS esamina la documentazione e valuta lo stato di invalidità e di non autosufficienza. Una volta accertata, l’indennità decorre generalmente dal mese successivo alla presentazione della domanda.

Integrare il sostegno economico: l’Assegno di Inclusione e altre misure per i nuclei fragili

Parallelamente all’indennità di accompagnamento, l’INPS gestisce anche l’Assegno di Inclusione (AdI), misura di sostegno economico rivolta a nuclei familiari in condizioni di fragilità economica, con almeno un componente minore, disabile, over 60 o preso in carico dai servizi sociali. L’AdI, introdotta dal governo Meloni in sostituzione del Reddito di Cittadinanza, ha durata di 18 mesi e richiede il rinnovo tramite nuova domanda per continuare a beneficiare del contributo.

Nel corso del 2025, circa 500 mila famiglie si sono trovate ad affrontare una sospensione temporanea dell’assegno proprio a causa del meccanismo di rinnovo. Per evitare disagi, il governo ha introdotto un contributo straordinario fino a 500 euro a famiglia, erogato con la prima mensilità di rinnovo e comunque entro dicembre 2025. L’INPS ha inoltre semplificato le procedure per il rinnovo, permettendo alle famiglie con composizione invariata di non dover ripetere l’iscrizione al Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL) né sottoscrivere un nuovo Patto di Attivazione.

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